Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Per il rinnovamento del paese e per una nuova classe dirigente Stampa e mille altri giornali e giornaletti locali, avevano ripetuta puntualmente la versione ufficiale. Il mio ritorno a Terlizzi avrebbe dato certamente luogo a nuovi mcidenti e a nuove menzogne. E se nella città assediata fossi andato senza la compagnia di uomini capaci di attestare la verità dei fatti, avrei avuto il danno, il malanno e l'uscio addosso. E fu cos1 che trascinai nella mia avventura Ettore Ciccotti, Corso Bovio, Luigi Lombardi 1 ed Eugenio Guarino. I quali, però, confesso che avrei lasciati tranquilli, rinunziando addirittura ad ogni tentativo in partibus infidelium, se avessi sospettato ciò che in realtà si preparava. Perché io mi aspettavo, tutt'al piu, una buona sassaiola e qualche bastonata a scopo di rottura di testa: non mi immaginavo possibili le bombe e le revolverate. Dunque, il giorno destinato alla nuova "provocazione," come direbbe il prefetto di Bari e il suo degno Vicario, fu il 12 ottobre . • Dovevamo andar soli e, diciamo cosf, senza alcun sospetto. O riescivo a parlare ai contadini, oppure davo ai miei compagni di avventura la prova della impossibilità materiale, in cui mi trovavo di metter piede nel paese in cui ero candidato, per colpa non della popolazione, ma di una trentina appena di delinquenti, che capitanati dal delegato Vicario erano padroni della piazza. Nessuno sapeva della mia intenzione di andare a Terlizzi. Tutti sapevano che sarei andato a Bitonto; da Bitonto saremmo andati poi a Ruvo e a Corato; a Terlizzi sarei andato il lunedf. Dell'automobile, che sarebbe venuta a Trani a prendere la comitiva, e della strada che avrebbe fatta, avevo parlato a due sole persone. Gli stessi miei amici di pericolo seppero da me che andavamo a Terlizzi e non a Bitonto, mentre eravamo in automobile fra Bisceglie e Molfetta. Nostre armi erano ... quattro ombrelli presi a Molfetta, che avremmo dovuto aprire non appena fosse cominciata la eventuale sassaiola. Il delegato Vicario e i suoi mazzieri sapevano solo che da Bitonto sarei andato a Ruvo, passando necessariamente per Terlizzi. E, immaginandosi che sarei venuto nel tram Bari-Barletta, facevano la guardia alla stazione fino dalJe ore 14. Quand'ecco seppero, poco dopo le 15, che arrivavo in automobile da Molfetta. L'annunzio devono averlo avuto per mezzo di una telefonata da Molfetta; e la telefonata non può essere partita che dalla pubblica sicurezza di Molfetta. Certo è che a un tratto il delegato Vicario e i suoi amici abbandonarono la stazione del tram, e si raccolsero un po' piu dentro alla città, proprio al luogo in cui noi dovevamo passare nell'andare da Molfetta a Ruvo. Ed ecco che un'automobile appare. Colui che aveva telefonato da Molfetta il mio prossimo arrivo in automobile, ignorava che c'era in quel 1 L'" Avanti!" del 23 novembre 1913 porta il nome di Luigi Lombardi. Si trattava in realtà come mi è stato possibile appurare, di Giovanni Lombardi, piu tardi deputato socialista. [N.d.C.] 348 BibliotecaGinoBianco

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