Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

V n poliziotto assassino * Piu volte è stato parlato sull'Avanti! da Eugenio Guarino e da Vito Lefemine, ed è stato accennato da Ettore Ciccotti e da Ugo Guido Mandolfo, dell'assassinio preordinato e tentato contro di me a Terlizzi il giorno 12 del trascorso ottobre dal delegato Francesco Vicario. Ma nessun racconto completo dei fatti è stato prima pubblicato, perché io stesso, solo in questi ultimi giorni ho potuto, grazie a lunghe e non facili indagini, ricostruire l'avvenimento in tutti i suoi caratt.eristici e addirittura romanzeschi particolari. E poiché si trova proprio in questi particolari la prova della responsabilità del delegato di Terlizzi e di chi gli dié il mandato per l'assassinio, cosf mi sembra necessario che il racconto completo sia finalmente conosciuto ad edificazione degli onesti di ogni partito e a documento della politica elettorale giolittiana. Il preavvùo La città di Terlizzi fin dagli ultimi di agosto era stata messa dalla prefettura di Bari sotto l'alto dominio della locale mala vita: una trentina di mascalzoni, parecchi dei quali reduci dalle galere, erano accampati in permanenza nella piazza centrale della città, sotto la direzione del delegato Vicario, e avevano l'ufficio - con regolare stipendio - di convertire la cittadinanza alla fedeltà verso il candidato giolittiano. Il 26 agosto il candidato radicale, prof. Gaetano Vitagliano, era stato ferito e minacciato di morte dai mazzieri e costretto ad abbandonare la città. Ora veniva la mia volta. Già. il delegato Vicario aveva dichiarato nettamente fin dal 1° maggio che se avessi osato ritornare a Terlizzi mi avrebbe servito a dovere. L'ordine della prefettura era che io non avrei dovuto né metter piedi in Terlizzi, né farvi propaganda, né organizzarvi un comitato, né distribuire le mie schede, né avere rappresentanti nei seggi: insomma dovevo o non esistere o essere messo addirittura fuori dell'esistenza. Non essendo persuaso del dovere di ottemperare senz'altro ai decreti del prefetto di Bari, deliberai di fare una prima perlustrazione improvvisa nel campo nemico per farmi un'idea almeno sommaria della situazione. * Contro quest'articolo non è stata presentata sinora (31 dicembre 1913) nessuna querela dal delegato Vicario. BibliotecaGinoBianco

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