Gli incidenti di Molfetta facendo andammo al comitato. Eravamo 2.000: contro di noi non c'erano piu di 300 persone. Fischi ed urli ce ne furono finché si vuole, ma nessun atto di violenza materiale. I questurini fecero una fila tra noi e gli altri e dopo una mezz'ora di baccano innocuo, dai repubblicani partirono cinque o sei colpi di revolver ... in aria. I questurini si precipitarono contro di noi ma senza riuscire a sbandarci. Vennero anche i soldati; si schierarono tra i due gruppi che formarono cosi un grande quadrato diviso dai soldati. A un certo punto i soldati che ci dividevano partirono e i questurini che li sostituirono invece di stendersi tra i due comitati voltarono le spalle a questi, mettendosi di fronte alla folla che si addensava all'estremità della strada, in modo che tra i due gruppi di avversari non ci fosse piu alcun ostacolo e che la folla evidentemente favorevole ai nostri non potesse intervenire in nostro aiuto. Evidentemente era quello il segnale convenuto per muovere all'assalto. Io detti ai miei la voce di star fermi e di rispondere vigorosamente se fossero assaliti. Gli altri non osarono e rimanemmo cosf un'ora a guardarci. Cosi per la resistenza e la calma dei nostri il tentativo organizzato tra il commissario e i pansiniani fu completamente sventato. La nostra posizione si è consolidata; e la notte di domenica nessuno è andato piu per le strade cantando: soltanto la polizia ha arrestato quattro dei nostri, di notte, nei loro letti, senza alcun motivo. Pare che vogliano accusarli di avere sparato i colpi di revolver; ma l'accusa è dimostrata assurda dal fatto che quei colpi innocui partirono tutti dalla massa dei 300 repubblicani che erano divisi da noi dalla linea dei questurini. Se qualcuno dei nostri avesse avuto la temerità folle di andare in mezzo agli avversari a sparare, sarebbe stato immediatamente preso dai vicini e consegnato alla forza pubblica. Di quelli che spararono conosco nome e cognome, e di parecchi anche i precedenti giudiziari non molto puliti. Presto, non appena abbia esaurito la raccolta diligente delle prove, li denuncerò al tribunale. E già che sono a parlare di affari, che mi riguardano, non è forse inopportuno che annunzi che oggi, 7 ottobre ho presentato querela contro gli autori degli incidenti di Terlizzi della sera del 13 settembre, e contro il delegato Francesco Vicario per complicità. . [Da "L'Unità,·• 10 ottobre 1913.] 345 BibliotecaGinoBianco
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