Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Elettori e deputati ' alla politica e agli interessi locali, ai bisogni od ai desideri di questo o quel comune 1 alle aspirazioni od alle ambizioni di questo o quel grande elettore. Il lavoro che l'eletto sa fare in prefettura o nelle anticamere ministeriali prevale sull'opera ch'egli sa prestare dal suo banco di deputato; e la concessione d'un banco lotto o d'un ufficio postale di terza classe o della fermata d'un diretto conta altrettanto, se non piu, di un buon discorso pronunziato alla Camera. In tal modo l'infeudamento si forma e si consolida indipendentemente dalle vicende della vita parlamentare: cosI che non è esagerato affermare che in certi casi un deputato può piu temere da una manifestazione ostile di un Consiglio comunale del suo collegio, che da un biasimo aperto dei due rami del Parlamento. Quanto egli fa pel suo collegio si vede, si constata, si pesa facilmente; di quanto egli fa, o non fa, o fa male pel Paese, arriva un'ec;o lontana, che trova un uditorio spesso predisposto, e incapace di giudicare obbiettivamente dei fatti anzi che delle persone. E su l'Avanti! Francesco Ciccotti, indipendentemente dal Corriere della Sera, aveva scritto le stesse cose: f lo non mi permetto affermare che tutti i deputati e i senatori ne facciano sul tipo di quelle dell'on. Luzzatto all'on. Pozzi, e neppure che la maggioranza di essi vi si presti. Ma è certo che sono ben numerosi i membri dei due rami del Parlamento, i quali si mostravano piu assidui nella sollecitazione di affari privati in questa o quell'anticamera dei ministeri, che nella tutela delle pubbliche esigenze e nella cura aperta dei problemi di interesse generale. L'esperienza popolare ed... elettorale ha fissato ormai questo canone: anche quando si domanda cosa perfettamente lecita e giusta, non si ottiene senza "l'appoggio" di un deputato. E al deputato, in Italia, si ricorre per tutto, per ottenere un illecito favore, e anche per conseguire un atto di giustizia. Questa consuetudine corrompe la vita parla-, mentare e il corpo elettorale in egual misura. È assurdo pretendere la inflessibile indipendenza dal Governo e, magari, la opposizione fiera ad esso da deputati i quali hanno domandato o sanno di dover domandare favori ai ministri in carica. È altrettanto assurdo sperare che gli elettori votino a favore delle " idee " di un caÒdidato, se essi sanno di dovere a lui ricorrere, quando sarà deputato, per il trasloco, la grazia, l'esonero dalle tasse, l'impiego, ecc. Noi ce la prendiamo spesso con i deputati e sentenziamo che essi sono dei corrotti, dei venduti, degli addomesticati al Governo. Ma, salvo ciò che certi deputati mettono di personale nella loro permanente immoralità, molti di essi, nella loro servilità al Governo, sono il prodotto diretto delle consuetudini dei loro elettori. Vi sono in Italia dei collegi, molti collegi, che un galantuomo non accetterebbe mai di rappresentare, perché in essi coloro che dispongono della maggioranza elettorale sono abituati a considerare il deputato come il procuratore dei loro affari e degli affari delle loro clientele locali. Se la maggioranza parlamentare è il prodotto delle consuetudini e dei criterii- della maggioranza elettorale, il Governo è in certo senso, a sua volta il prodotto di maggioranze parlamentari cosI reclutate. La colpa prima della corruzione ammrn1strativa ed elettorale, dunque, non è tutta dei deputati, i quali sono costretti per forza a servire agli appetiti degli elettori. Quanti deputati non preferirebbero la vita dignitosa di rappresentanti degl'.interessi generali al facchinaggio umiliante ed esauriente di chi è costretto a trascinarsi di qua e di là per tutti i ministeri e per le prefetture a fare lo sbrigafaccende e il ruffiano di qualunque scalza- - cane voti o prometta di votare per lui? La colpa è, dunque, degli elettori? 335 BibliotecaGinoBianco

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