Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Pensioni operaie e imperialismo mata dal triplice contributo degli operai, dei capitalisti e dello Stato. Non sappiamo se fra· i socùilisti italiani piu avanzati che in colloqui confidenziali col Luzzatti altro non chiesero ehe l'assicurazione obbligatoria per le malattie e la vecchiaia col concorso dei tre fattori suaccennati, ci fossero il Cabrini 2 e gli altri che oggi ci denunziano come nemici del proletariato, perché non approviamo i loro sdilinquimenti per certe forme di legislazione sociale; non sappiamo se essi arrivino ad accettare anche la proposta luzzattiana di cominciare intanto, per far subito qualche cosa di buono, dall'assicurare una prima categoria di lavoratori; ma purtroppo è sintomatico e doloroso che il primo plauso alle parole del Luzzatti sia venuto da un giornale socialista, dal Lavoro di Genova, il quale trova anch'esso irrisoria la misura della pensione proposta dall'on. Sonnino, e si duole che questi "per giungere ad un cosz bel risultato prescinda dal sistema del triplice contributo vigente z·n tutti· gli Stati conti·nentali, e voglia applicare il sistema inglese, che sarebbe plausibile soltanto se lo Stato disponesse di tali fondi da dare una pensione seria. " ' Ma questi signori fingono d'ignorare che col sistema del triplice contributo si taglierebbero fuori tutti i salariati agricoli, che formano i tre quarti del proletariato italiano e che, lavorando un giorno per un proprietario, un giorno per l'altro, non solo non avrebbero il mezzo di costituirsi la pensione, ma dovrebbero pagare per crearla agli operai delle industrie. Per tutte le famiglie dei contadini salariati, due vecchi inabili al lavoro che portassero nel magro bilancio domestico un contributo di 60 csm. al giorno fissi, rappresenterebbero sempre un benefizio inestimabile. All'operaio di città, che ha bisogni maggiori, nessuno potrebbe impedire d'integrare il contributo dello Stato con quello proprio e con quello del padrone, anche nella forma dell'assicurazione obbligatoria. Ma il contributo dello Stato, grande o piccolo che sia, deve essere distribuito fra tutti; la sua esiguità non ·deve servire come argomento per dimostrare che val meglio distribuirlo fra dieci, che stan già relativamente bene, piuttostoché fra cento che stanno malissimo. Ma la proposta dell'on. Sonnino è in aperta contraddizione con tutto il programma politico che egli espone nella sua lettera agli elettori. Dalla lettura di quel documento sembra che l'antico capo dell'opposizione abbia voluto farsi perdonare i suoi peccati e che la sua massima cura sia stata quella di non differenziarsi in nulla dall'innumere gregge delle pecore ministeriali. L'uomo che, tempo addietro, ebbe il coraggio di affrontare l'impopolarità per salvare l'Italia dal disastro finanziario, vede oggi tutto facile e roseo e non vuole scontentare nessuno. · Egli si ricorda per· un momento élella sua fama di finanziere severo, 2 Cabrini Angiolo (1869-1937), deputato ·di Milano IV, Pescarolo e Uniti, San Nazzaro dei Burgondi per le legislature XXI-XXIV; espulso dal partito socialista nel 191.2 fu, con Bissolati, tra i fondatori del partito socialista riformista. [N.d.C.] •' 331 . ~bliot ca GinoBiar:,co

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