Per l'azione antiprotezionista allora ai gruppi locali curare a loro spese tutto ciò che sarà necessario per la buona riuscita di queste manifestazioni: ricerca .della sala per la conferenza, pubblicità sui giornali e con manifesti, ecc. Inoltre i Gruppi locali potranno dedicare una parte delle quote pagate dai soci a sussidiare quelle iniziative di carattere generale, che non potrebbero continuare a lungo coi sacrifici di un solo Gruppo. Il Gruppo di propaganda di Roma, per esempio, non potrà far fronte da sé solo alle spese necessarie per distribuire ogni settimana due o trecento copie di articoli di propaganda ai giornali aderenti. Occorrerà ben presto che gli altri Gruppi contribuiscano alle spese di questo lavoro, che interessa direttamente tutti. Finalmente ciascun Gruppo potrà assumersi una sezione speciale del lavoro di propaganda. Come il Gruppo di Roma si è addossato l'incarico di fornire gli articoli di propaganda ai giornali settimanali, come il Gruppo di Firenze intende dedicarsi specialmente alla propaganda fra le organizzazioni degl'impiegati pubblici e privati, come il Gruppo di Milano sembra voglia assumersi la propaganda fra le organizzazioni operaie, come il Comitato di Torino sembra voglia specializzarsi per lo studio scientifico dei problemi, come il Gruppo sardo si è specializzato per la propaganda in Sardegna, cosf altri Gruppi possono via via attribuirsi d'accordo cogli altri una parte del lavoro necessario a tutti. La Lega antiprotezionista noi non dobbiamo considerarla come un'organizzazione accentrata, in cui un certo numero di padreterni, costituiti in consiglio direttivo, abbiano l'incarico di pensare, di parlare e di agire per tutti,• mentre tutti gli altri devono solo pagare e guardare. No. La Lega antiprotezionista dev'essere un'organizzazione policentrica, snodatissima, in ,cui ogni uomo, che sia disposto a lavorare, possa farsi centro di un gruppo ed agire come meglio creda opportuno. I singoli Gruppi si riuniranno di tanto in tanto a congresso per riferire sul lavoro compiuto, per distribuirsi meglio il lavoro futuro, per coordinare meglio gli sforzi. Quel che importa è che ognuno possa lavorart liberamente, secondo le proprie capacità, nell'ambiente in cui si sente meglio a suo agio, con i mezzi della cui utilità sia piu convinto. Ma a coordinare le iniziative dei singoli Gruppi provvederemo quando avremo un numero abbastanza largo di Gruppi. Per ora cerchiamo di raccogliere la maggior massa possibile di adesioni, di costituire il maggior numero possibile di Gruppi, di metter piede nel maggior numero possibile di giornali locali e professionali. Ogni cosa a suo tempo. [Da "L'Unità," 19 settembre 1913, firmato: L'UNITÀ.] BibliotecaGinoBianco
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