Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

' • Per il rinnovamento del paese e per ttna nr:ova classe dirigente cioè sono i 69 prefetti, che io faccio ballare come voglio. Motivo per cui il prefetto, quando vorrà, sentito il Consiglio provinciale di sanità e facendo di tésta sua anche se per dannata ipotesi il Consiglio non sia servile abbastanza, potrà revocare l'autorizzazione farmaceutica e far perdere la tassa di esercizio, che può essere anche di 8000 lire, "per constatata recidività di abituale negligenza ed irregolarità nell'esercizio della farmacia, o per altri fatti imputabili al titolare autorizzato, dai quali sia derivato grave danflo alla incolumità individuale o alla salute pubblica.'' Insomma, da ora in poi, il destino di tutti i farmacisti d'Italia dipenderà dall'arbitrio insindacabile dei 69 prefetti d'Italia. Se un farmacista non si adatterà a fare l'agente ·elettorale dei deputati ministeriali, potrà da un momento all'altro, specie in momenti climaterici, essere buttato sul lastrico! In compenso i farmacisti ottengono la privativa dello sfruttamento di 5000 italiani per ciascuno. Occorrono altre parole per spiegare che ci troviamo di fronte ad una legge assolutamente indegna di un paese civile che il Senato del Regno fa. rebbe benissimo a bocciare senza tanti complimenti? Le farmacie rurali' Con questo non diciamo che nulla si debba fare in questo campo. La libera concorrenza si è rivelata insufficiente, da sé sola, a provvedere di servizio farmaceutico tutti i comuni d'Italia. Ora dove la libertà non risolve il problema, è giusto, è necessario che intervenga lo Stato. Bisogna, insomma, far in modo che non restino privi di farmacie ben 3587 comuni, cioè ben 5 milioni d'italiani dei piccoli centri rurali (a proposito, due mesi or sono parecchi corrispondenti di giornali facevano le piu dolorose meraviglie perché in Libia non c'è servizio farmaceutico: a furia di esportare tutta la loro filantropia in Libia, questi figli di cani non ne lasciano piu in Italia!). Ma questo problema non si risolve abolendo l'a libera concorrenza delle città: caso mai, sarà appunto l'eccessivo aumento del numero dei farmacisti nelle città, che, deprimendo i profitti dei farmacisti, renderà a molti di questi desiderabile una delle sedi oggi abbandonate. Bisognerebbe: 1° rendere necessaria per l'esercizio della farmacia la semplice licenza di una sezione farmaceutica da istituirsi nell'istituto tecnico: quando potranno diventare farmacisti molti poveri diavoli, che oggi . non possono arrivare all'università, è certo che molti comuni rurali avranno il farmacista di cui abbisognano; 2° aiutare i comuni piu piccoli e piu poveri a sostenere la spesa di una condotta farmaceutica, e ricordarsi che è un'infamia mettersi a regalar le medicine a1 berberi della Libia, mentre in Italia 312 BibliotecaGino Bianco

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