Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Alla ricerca di una formula Perché è assai facile e assai comodo, mio caro Savelli, rimanendo nel• l'empireo delle idee pure e dando ai termini "nazione" e "classe" - quale classe? - significati schematici e arbitrariamente contradittod, istituire un'antitesi irriducibile fra gli "interessi nazionali" e gli "interessi di clas• se," salvo naturalmente a trasportare al momento opportuno l'antitesi astrat• ta nel viluppo degli interessi concreti, battezzando dogmaticamente come "nazionali" e mandandoli in paradiso tutti gl'interessi della nazione nel suo complesso, compresa la classe lavoratrice, e quindi il miglioramento con• temporaneo di tutte le altre classi, che compongono la nazione, purché, beninteso, s'intenda per miglioramento, non quello del selvaggio che abbatte l'albero per mangiare il frutto. "In quanto il povero," ha detto il nostro vecchio e grande Cattaneo, "s'interessa dell'intiera sua causa, s'interessa, anche' senza volerlo, alla piu larga coltura di tutta la nazione. E se alcuno promuove l'influenza delle classi laboriose nell'ordine legislativo, egli non fa opera di discordia, ma di giustizia e di benevolenza." Di tanto in tanto, una boccata d'aria fresca, come questa, non fa male. Una diecina d'anni or sono, fra il 1899 e il 1902, esisté in Italia un blocco di partiti "liberali-democratici" (zanardelliani, repubblicani, socialisti) - eravamo tutti bloccardi allora, mio caro Savelli! -; il quale blocco ebbe per piattaforma la conquista della libertà di organizzazione operaia e la difesa delle franchigie costituzionali contro gli attentati del blocco cor• tigiano-militaresco-reazionario. E la difesa della libertà d'organizzazione era un "interesse di classe" o un "interesse nazionale"? Era una cosa e .l'altra. Era un'azione antisocialista perché era contemporaneamente un'azione radicale e zanardelliana? Neanche per idea: era l'una cosa e l'altra. Questo precedente del 1899-1902 può servire ottimamente a chiarire quel che siamo, e quel che vogliamo noi dell'Unità. Ma quest'articolo è già troppo lungo. E se volessi finire il discorso in questo numero, non resterebbe piu spazio sufficiente ai problemi ... concreti. E questo sarebbe male. Abbi pazienza, dunque, caro Savelli, di aspettare la fine alla prossima settimana. Il " blocco II dell' " Unità 11 Dicevamo, dunque, mio caro Savelli, nel passato numero dell'Unità, che il precedente del blocco liberale-popolare del 1899-1901 può servire otti• mamente a chiarire quel che siamo e quel che vogliamo noi dell'Unità. Superato il problema della libertà, è mancata, dal 1903 in poi, ai partiti coalizzati del 1899-1901, la capacità di formulare un nuovo programma comune di conquiste immediate. È mancata ai singoli partiti finanche la capacità di esprimere un programma proprio originale, diverso da quello degli altri. In ciascun partito han preso la prevalenza piccoli gruppetti par299 BibliotecaGino Bianco

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