Alla ricerca di una formula L'interesse generale e nazionale Questa certa cosa sarebbe cost1tuita, secondo te, caro Savelli, dalla preoccupazione dell' "interesse generale, " dell' "interesse. della nazione nella sua unità morale e materiale," sostituito all' "interesse di classe." Ma anche questa formula dell"' interesse generale, " dell' "interesse della nazione," non basta a caratterizzare né il nostro, né alcun altro movimento. Dire di un gruppo politico che vuol fare prevalere l'interesse generale o l'interesse della nazione su quello delle singole classi, senza dire nello stesso tempo specificamente con quale azione immediata concreta vuol promuovere l'interesse della nazione, e l'interesse di quale classe vuole sacrificato all'interesse della nazione in vista delle necessità di quell'azione concreta, è non dire assol~tamente niente. È come affermare genericamente la necessità dell'altruismo, dell'azione disinteressata, del sacrifizio, ecc. ecc. I nazionalisti favorirono l'impresa di Tripoli, perché la affermavano necessaria alla vita della nazione, cioè di tutte le classi, comprese le classi proletarie, che avrebbero trovata a Tripoli la "terra promessa"; noi cf opponemmo all'impresa di Tripoli, prima che fosse lanciata, perché la ritenevamo dannosa alla nazione, cioè a tutte le classi, meno che a piccoli gruppi di affaristi e di retori racimolati di qua e di là in tutte le classi, compresa magari la clàsse delle cooperative di lavori pubblici. Noi affermiamo la necessità di abbattere il protezionismo zuccheriero e di sacrificare gl'interessi di alcuni gruppi di capitalisti e di proletari alla nazione, costituita da tutte le classi meno quei determinati gruppi di capitalisti e di proletari; i giornali stipendiati dagli zuccherieri difendono il protezionismo con l'argomento che la nazione, cioè tutte le classi, andrebbe in rovina se n~n avesse una industria nazionale dello zucchero, ed è appunto per tener su quest'industria sacrosanta che bisogna scongiurare• gl'industriali e gli operai zuccherieri a sacrificarsi alla nazione facendo lavorare le fabbriche, previo un determinato compenso sotto forma di dazi di protezione. Tutti vogliono quello che vogliono, nell'interesse nazionale. Non v'ha tripotage sporco e camorristico, che non venga presentato dagl'interessati come affare di altissima utilità generale o nazionale. Anche questa dell'interesse "generale" o "nazionale," dunque, non è quella "idea riassuntiva, semplice e chiara," di cui tu, caro Savelli, vai in cerca per caratterizzare il nostro movimento. È· anche una formula equivoca, perché è una formula astratta. E per uscire dall'equivoco, bisogna uscire dall'astratto: cioè fare la enumerazione delle riforme concrete, che crediamo oggi necessarie "nell'interesse nazionale." Proprio quella enumerazione, che tu reputi insufficiente! 297 BibliotecaGinoBianco
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