Alla ricerca di una formula Ricerche inutili e discussioni necessarie Caro Savelli,1 certamente una semplice serie di riforme legislative concrete, per quanto ottime, non basta a muovere un popolo. Ci vuole un'idea informatrice, ci vuole una formula. Qual è la formula nostra? La domanda non la fai tu solo. Altri ancora si dichiarano poco soddisfatti del carattere " troppo tecnico " del nostro giornale. E lamentano che esso non indichi un "principio spirituale, " un " punto di vista ideale, " che dia significato e calore all'opera nostra. Parecchi di questi critici non sono, in fondo, che buongustai intellettuali, incapaci di qualunque sacrificio continuato, pei quali la politica, la filosofia, la religio.'le, non sono che. soggetti di esercitazioni dialettiche e pretesti a piroette letterarie, i quali per due soldi alla settimana pretendono da noi senza nessun sforzo la mistica chiave che apra tutte le serrature, una nuova - sopratutto nuova! - rivelazione filosofica la quale metta fine felicemente alla loro " crisi spirituale ": vogliono un sostantivo, un aggettivo, un nomignolo nuovo, un ismo originale, non ancora sfruttato da nessuno, da appiccicarsi sulla fronte (per non piu di una settimana), e col cui aiuto risolvere fra una sigaretta e l'altra tutti i "problemi del mondo e della vita." Risolverli, beninteso, dilettantescamente su una poltrona a dondolo, o intorno a un tavolino da caffè. Fra il 1880 e il 1890 sarebbero stati profondi studiosi della vita dei popoli e avrebbero scritto saggi di sociologia; fra il 1900 e il 1910 avrebbero fatto del sindacalismo teorico, molto teorico. Oggi sono idealisti, soffrono di " crisi spirituali, " cioè non corporali, e vanno in cerca di una ... formula. Non è spettacolo nuovo. Or non è un secolo, fu già di moda altra volta questa specie di clorosi intellettuale e morale. E l'ha descritta il Taine m una pagina gustosissima, che sembra scritta oggi e per certi tipi d'oggi: Le reve et l'abstraction, telles furent les deux passions de notre renaissance; d'un coté l'exaltation sentimentale, "les aspirations de l'ame," "le désir vague de bonheur, de beauté, de sublimité, qui imposait aux théories l'obligation d'etre consolantes et poéti1 Savelli Rodolfo, collaboratore de " L'Unità, " competente di politica estera e questioni internazionali, aveva dato inizio ad una vivace discussione tra i collaboratori del settimanale salveminiano, intorno al significato ed alle mete del loro giornale, ponendo il problema della misura in cui si potesse parlare di socialismo e nazionalismo della sua impostazione. [N.d.C.] Biblioteca Gino Bianco
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