Per il suffragio universale Furono processati per avere falsificati i resultati delle elezioni anche tutti i presidenti dei seggi di Gioia del Colle, fra i quali il degno figlio dell'on. Vito De Bellis. Ma il processo è finito con una sentenza di non luogo per prescrizione, perché gli accusati riuscirono a fare ritardare la discussione della causa fino al limite estremo della prescrizione: il pubblico ministero aveva chiesto una condanna di otto mesi; bastava che il tribunale perdesse un solo giorno, perché intervenisse la prescrizione; il presidente del tribunale faceva tutti gli sforzi per chiudere la causa in tempo utile; quand'ecco, che è che non è, uno dei tre magistrati, che formavano il tribunale, fu preso da un gran mal di pancia; la seduta si dové sospendere e la prescrizione fece a tempo ad arrivare. Il Gran mazziere proclama nel suo telegramma che " vittoria arrise partito democratico mantenuto costantemente estraneo cose municipali," e si gloria di avere " sradicata camarilla comunale, cooperando vittoria popolare." Egli vuole cosf far credere di avere conquistato ora per la prima volta il comune contro la camarilla avversa a lui e al partito ... democratico. La verità è precisamente il contrario. · Nel Ministro della mala vita (p. 76), io descrissi cosf la situazione amministrativa di Gioia del Colle: "Nel 1905 il partito De Bellis conquistò in Gioia l'amministrazione comunale. La sua lista ebbe fra i 704 e i 530 voti; la lista avversaria ebbe fra i 504 e i 346 voti. Nelle elezioni amministrative del luglio 1908 pel rinnovamento del terzo, il partito antidebellista riconquistava la vittoria con 550, mentre il partito De Bellis raccoglieva 500 voti; e la lista socialista raggranellava 250 voti. La giunta debellista, che aveva tuttora la maggioranza coi due terzi dei consiglieri non usciti d'ufficio e con la minoranza del terzo, rimase impavida al suo posto." Durante il 1909 e il 1910 avvenne un ulteriore spostamento nei consiglieri comunali a vantaggio del partito antidebellista, in modo che nel luglio del 1910 il Consiglio comunale era diviso in due metà perfettamente eguali: venti debellisti, fra cui il sindaco e gli assessori, e venti an tidebellisti. Nel luglio si dovevano fare le elezioni solite biennali del terzo. Era assai probabile che gli antidebellisti riescissero vittoriosi e formassero cosf la maggioranza del Consiglio. Per evitare tanta iattura, i venti debellisti si dimisero in massa, sperando di ottenere cosi lo scioglimento del Consiglio, il commissario regio, e le elezioni generali con l'aiuto del governo. Ma perché legalmente lo scioglimento fosse giustificato, occorreva che si dimettesse almeno un altro consigliere. Il sottoprefetto fece tutto quanto era in lui per ottenere che uno dei venti antidebellisti, rimasti padroni delle acque, rendesse all'on. De Bellis il servizio di dimettersi. Ma non riesd nell'intento. Mentre duravano queste trattative, si avvicinava la data delle elezioni provinciali e comunali. Ancora il giovedf prima delle elezioni, non BibliotecaGinoBianco
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