Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Per il suffragio universale Giolitti era loro amico ed essi lo blandivano e lo secondavano e ne ap. profittavano. Un uomo solo, fra coloro che amano oggi proclamarsi costituzionali liberali, ha il diritto di elevarsi contro l'on. Giolitti oggi, perché gli è stato sempre contrario; e può essere antigiolittiano anche oggi, senza che alcuno sospetti in lui la manovra di nascondere, sotto il velo di una improvvisa repugnanza morale, le ostilità contro il suffragio universale. Quest'uomo è l'on. Sonnino. Ma l'on. Sonnino - e non è certo vergogna, anzi è onore, in una Camera come l'attuale - l'on. Sonnino è un uomo quasi isolato: è "uno studioso," come ha detto con fine sorriso un grande giornale conservatore settentrionale: "le idee audaci, che egli ha nel suo credo molto complesso, non sono condivise da molti dei suoi" (Corriere della Sera, 10 aprile I 9 II). Ebbene, i signori liberali costituzionali sono disposti, dopo che avranno abbattuto il presente ministero Giolitti in un meritorio, per quanto improvviso, prurito di moralità amministrativa, a sostenere un ministero Sonnino con programma di moralità amministrativa oltre che di suffragio universale? Oppure sbarazzati del suffragio universale, con la fanfara della moralità e magari 'col nostro aiuto, non concederanno all'on. Sonnino neanche l'esperimento dei soliti cento giorni, e ci ricucineranno un nuovo ministero Giolitti senza moralità e senza suffragio universale? Concludendo, mentre la strada di noi socialisti antigiolittiani e specialmente meridionali non può essere oggi in nessun modo quella della fiducia nell'on. Giolitti, questa fiducia è logica, è doverosa oggi in quei socialisti del Nord, che non sono stati mai convintamente antigiolittiani, e specialmente nei loro deputati. È un dissidio, allo stato presente delle cose, inconciliabile. Ma anche attraverso questo dissidio, io sento di fare né piu né meno del mio dovere inviando una voce di saluto e di ricono- . scenza a Leonida Bissolati, e per lui a tutti i socialisti del Nord d'Italia. E dico: "Làsciate noi soli laggiu allo sbaraglio di una lotta senza quartiere, che ci è necessaria per promuovere la resurrezione morale della terra nostra. Voi fate pure quest'altra prova di ministerialismo, per conquistare piu a noi che a voi il suffragio universale. E che la sorte sia propizia a noi e a voi. E ci sia dato al piu presto riprendere un'azione meno confusa, meno contradittoria, piu rettilinea, piu sana di quella tenuta durante questi ultimi anni, in un nuovo, piu largo, piu benefico sistema elettorale, in cui tutta la classe lavoratrice d'Italia, e non solo piccoli nuclei di avanguardia, facciano sentire il peso della loro volontà; in un nuovo sistema elettorale, che porti nel Mezzogiorno la rivoluzione dei cafoni mezzo secolo dopo la "rivoluzione dei galantuomini" e prepari, entro la oramai definitiva unità politica formale, la sostanziale unità sociale e morale della nuova Italia. [Da "La Voce," Firenze, 11 maggio 1911.l BibliotecaGinoBianco

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