Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Suffragio universale e clericalismo di lucri individuali, rimarrà sempre fuori di queste influenze la enorme massa, a cui i partiti politici dovranno far sentire una voce d'interesse collettivo e che inspirerà agli uomini politici la cura degl'interessi di class·e. Avverrà anche nel Sud quello che avviene nel Nord e nel Centro d'Italia, dove le lotte si fanno sui programmi politici e sociali e non su questioni personali. Perché la superiorità politica e morale del Nord non nasce da una inferiorità permanente, inguaribile, inespiabile della nostra gente. La nostra inferiorita dipende dal fatto che padroni dei pubblici poteri nei nostri paesi sono proprio gli uomini moralmente piu degenerati; proprio coloro che non sanno né possono vivere se non di parassitismo a danno delle amministrazioni locali; mentre è esclusa dalla vita pubblica proprio la parte piu sana e piu onesta della popolazione: quella che non è stata ancora corrotta dal possesso di un dominio politico per lunghi anni disonestamente esercitato in grazia del monopolio elettorale; quella classe che è la sola in questi paesi a vivere del proprio lavoro, mentre tutte le altre non vivono che sfruttando il suo lavoro. Minacciati dall'incalzare della moltitudine, i tirannelii di oggi dovranno mettere qualche freno alle loro ingordigie, render conto della loro opera, premunirsi contro la marea del malcontento popolare. Molti di essi, certamente, si sforzeranno di perpetuare il loro dominio, impadronendosi della direzione delle nuove forze elettorali: e ci riusciranno, ingannando e truffando i contadini. Ma in politica è meglt"o dover èssere ingannati che poter essere trascurati: chi è stato ingannato oggi, non si lascerà ingannare di nuovo domani. Senza dubbio il suffragio universale non è la panacea per tutti i mali. Esso non è che lo strumento politico, il quale deve rendere possibile alle forze rinnovatrici del Mezzogiorno un'opera continua, regolare, legale; non è che la condizione prima, indispensabile, affinché possa formarsi un nuovo Stato, vigilmente e attivamente sensibile ai mali del Mezzogiorno d'Italia. Non è il rimedio, è la possibilità del rimedio. La rivoluzione economica prodotta dall'emigrazione e l'organizzazione della classe lavoratrice tendono a spostare ov~nque le basi della vita sociale e politica del Mezzogiorno. Il suffragio ristretto, cioè il monopolio politico e amministrativo delle vecchie classi parassitarie, perturba e ostacola siffatto rinnovamento. La rottura di questo monopolio sgombrerà le vie alla nuova storia. Saranno vie difficili e lunghe. Occorrerà provare e riprovare, errare e ricominciare. Il suffragio universale non è la via bella e fatta: è la possibilità di camminare. Anche nel Nord, per molti anni, gli operai diventati elettori per la riforma del 1882 hanno venduto il voto per pochi soldi e per un piatto di busecca; e tuttora _in parecchi collegi le elezioni si fanno a suon di quattrini; e anche i collegi migliori hanno le loro oré di debolezza e di smarrimento. Quando avranno ottenuto il diritt<?elettorale, anche 231 Biblioteca Gino Bianco ..

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