Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni me1·idionali nell'Italia giolittiana del gz'ornale quotidiano e degli' organi direttz'vi del partito repubblicano ita• liano. E con una lettera al Giornale d'ltalz'a del 4 novembre 1910 ritornai a cercare... nuovi documenti per la mia dimostrazione. Ecco la lettera: On. sig. direttore, la Ragione, dinanzi alle grav1ss1me precise accuse da me affermate contro i repubblicani di Marino, dapprima ha proclamato che io sono preso da follfa e che sono un vile diffamatore, e si è dichiarata solidale coi correligionari follemente e vilmente da me calunniati. Però, non appena io mi sono offerto di andare in carcere come diffamatore, se non dimostro le mie accuse, purché in compenso la Ragione si assuma in maniera tangibile la responsabilità di quanto ha scritto contro di me e in solidarietà coi suoi cari calunniati, ecco che la Ragione abbassa il tono della voce, si ritira in buon ordine, dichiara che io scherzo, si mette a scherzare, si scusa di non poter fare la beneficenza secondo le mie intenzioni, afferma che essa non ha nulla da vedere con le persone accusate da me, giura di non poter essere dichiarata responsabile delle eventuali cattive azioni di qualche compagno o fratello che dir si voglia, ecc. ecc. Ebbene, io ho pietà financo della Ragione. Io voglio togliere la Ragione da ognì preoccupazione riguardo alle conseguenze finanziarie della sua condotta. Rinuncio alla condizione che in caso di mia vittoria giudiziaria la Ragione o chi per lei paghino una somma a scopo di beneficenza. Mi basta solo che l'ufficio di avvocato della parte civile contro di me e in difesa dei repubblicani di Marino sia assunto da un qualunque deputato repubblicano, il quale si impegni a ritirarsi dalla vita pubblica, nel caso che io fossi assolto, mentre a me toccherebbe andare in carcere come diffamatore, qualora fossi condannato. Se io ho torto, tutti i deputati repubblicani debbono essere pronti a vendicare l'accusa atroce da me lanciata contro i repubblicani di Marino. Se nessun deputato repubblicano si fa avanti a dichiararsi solidale contro di me coi repubblicani di Marino - solidale, dico, non solo come avvocato, ma anche come uomo d'onore, che garantisce con la sua responsabilità personale la giustizia della causa che si assume di difendere - vuol dire che le mie accuse sono vere, e che io bene operai ritirandomi da una lotta, in cui il nome mio e la causa che io difendevo sarebbero certamente stati disonorati da un tradimento dell'ultim'ora. La Ragz'one del 5 novembre 1910 rispose nel modo che segue: Il prof. Salvemini dalle colonne del Giornale d'Italia risponde alla Ragione. E fa una proposta nuova e - come dire? - piu singolare ancora. Eccola. Egli si farà querelare; un deputato repubblicano sosterrà la parte civile contro di lui: e se sarà assolto, il deputato repubblicano dovrà ritirarsi dalla vita pubblica. Scrive sul serio, il prof. Salvemini? Noi crediamo di no. Egli ha cominciato proponendo che La Ragione in caso di sua assoluzione pagasse cinquantamila lire per beneficenza. Quando noi siamo scoppiati in una risata, il prof. Salvemini ha capito di averla sballata grossa ed è corso ai ripari. Che diamine?! La Ragione è un giornale onesto, che vive dei sacrifizi di un partito e di chi lo dirige: domandarle un salasso di cinquantamila lire era come ... domandare all'Avanti! - che deve rivolgersi al suo partito per chiedergli i mezzi per una trasformazione tipografica - di impiegare cinquantamila lire pel prestito turco... cioè equivaleva a far per burla. ' Questo noi abbiamo osservato al prof. Salvemini, che ha capito; ed ora vien fuori 208 BibliotecaGinoBianco ·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==