Le memorie di un candidato Salvemini scherza. Evidentemente ci ha presi per una succursale della congregazione di carità. Ma noi gli chiediamo: Che cosa abbiamo a spartire noi con quell'innominato, che il Salvemini si dispone a nominare, purché il medesimo gli dia querela, e a patto che la querela sia per la citazione diretta cioè in carta bollata? E che obblighi abbiamo noi verso l'innominato? e se costui fosse un repubblicano e se l'accusa fosse fondata, ci crede forse il signor Salvemini cosi mancanti di dignità da giustificare un atto, che noi onestamente e politicamente non possiamo approvare? Dopodiché passiamo agli archivi lui, l'innominato, le querele ... e le 50 mila lire che ci farebbero comodo! La repubblica scambia le carte in tavola: il 3r ottobre respinge le accuse in nome dei repubblicani del collegio di Albano, e mi chiama pazzo e mi intima di documentare le accuse; e il 2 novembre abb.andona ogni responsabilità con l'innominato, e passa ogni cosa agli archivi, perché ... non ha quattrini. Nello stesso tempo apriva le colonne ad una cateratta di male parole e di insinuazioni delle quali basterà che ne prenda con 1~ molle una, che meglio di tutte le altre caratterizza il senso morale della repubblica italiana: Gaetano Salvemini disertò vigliaccamente il suo posto di battaglia durante la battaglia tradendo la democrazia del collegio. La notizia della sua fuga indignò tutti, e specialmente i socialisti, i quali, non credendo a cosi vergognoso tradimento, telefonarono per mezzo dell'ing. Sabatini all'on. Podrecca, certi di avere una smentita. L'on. Podrecca confermò il fatto, e all'ing. Sabatini usd spontaneamente di bocca, all'indirizzo del !:andidato fuggente, una espressione prettamente romanesca, che il pudore ci vieta di riprodurre. Egli fuggf, all'ultima ora, da codardo, dopo un colloquio in prefettura col Valenzani, dando a noi il diritto di sospettare molte cose della sua strana fuga. Queste ultime parole servivano a confermare il popolino del collegio nella opinione, messa in giro dai repubblicani, che io mi fossi fatto pagare dall'on. Valenzani e dal prefetto per ritirarmi dal ballottaggio: la repubblica italiana è capace anche di queste idee! E affermavano due fatti falsi: l'uno che io mi sia ritirato dopo un colloquio in prefettura col mio competitore, mentre prima ancora di partire da Albano, la mattina del sabato, io avevo rotta ogni trattativa di concordato, in conseguenza del discorso fattomi dal commissario Di Tarsia, né a Roma vidi altri che il Morgari. L'altro è che l'ing. Sabatini mi avesse insultato ... al telefono: invece il Sabatini ha deposto al Tribunale di Roma nella udienza del 3r ottobre: La Ragione pubblicò che io mi ero male espresso contro il Saivernini, quando seppi il suo rifiuto. Mandai una rettifica, che non fu pubblicata. Lasciai passare l'ondata. A me importava che resultasse ben chiaro che le sudicerie elettorali repubblt'cane d-el collegio di Albano non erano la colpa di un piccolo gruppo locale abbandonato a se stesso, ma avevano la omertà BibliotecaGinoBianco
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