Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Le memorie di un candidato prio il Giorgini parlasse cosf, quello stesso Giorgini, che aveva ass1st1toalla riunione della notte del venerdf del ballottaggio, in cui la inevitabilità delle pastette mi era stata annunziata! Questo telegramma ebbe un effetto salutare. Appena cominciarono a capire che io ero deciso a parlar chiaro ed alto, se gl'interessati al silenzio non si decidevano una buona volta a tacere, tutto il baccano tacque. E per sei mesi non se ne parlò piu. Sei mesi dopo • Quand'ecco, la sera del 28 ottobre, in un com1z10 tenuto a Firenze, 1 cioè fuori del collegio di Albano, dal repubblicano avv. Gino Meschiari, ,estraneo al collegio di Albano, mi si lancia ancora una vo1ta l'accusa di "' aver tradito la democrazia e i repubblicani del Lazio nel collegio di Albano" (Nuovo Gi'ornale, 29 ottobre 1911). Quest'incidente mi fece sentire tutto l'errore, che io avevo commesso, illudendomi che non parlando piu io della elezione famosa, tutti gli altri ... interessati avrebbero evitato di parlarne. Capii che la taccia di "traditore di Albano" mi avrebbe sempre perseguitato, se io avessi continuato in un silenzio sdegnoso, che gli ignari, come l'avv. Meschiari, avevano motivo di considerare come una confessione di colpa. E inviai ai giornali la seguente lettera: Firenze, 29 ottobre 191 o On. sig. direttore, nell'adunanza in cui i repubblicani fiorentini sono usciti dal blocco, dando una prova di sensibilità morale, che sarebbe desiderabile in tutti i partiti e che mi auguro non sia passeggera, il sig. Gino Meschiari ha affermato che nella elezione di Albano, ritirandomi dal ballottaggio, io tradii il partito repubblicano e la democrazia romana. Il sig. Meschiari è male informato. Nella elezione di Albano ci fu un tradimento. E fu compiuto dai repubblicani verso di me. I repubblicani di Marino furono avversi alla mia candidatura: e ne avevano il diritto. Si astennero o votarono per il candidato clericale nella prima votazione per escludermi dal ballottaggio: e ne avevano il diritto. Quando videro che io ero entrato in ballottaggio, solo allora si misero tutti a lavorare con entusiasmo subitaneo e col proposito ben netto di fare imbrogli sul mio nome. Fino dal sabato, vigilia del ballottaggio, erano state preparate a Marino alcune centinaia di schede col bollo del municipio e con la firma degli scrutatori, perché vi fosse scritto sopra il mio nome e fossero la domenica a tempo opportuno introdotte in blocco nelle urne: quando arrivò ad Albano, la sera del sabato, la notizia della mia rinuncia, si disputava vivamente fra i miei amici e uno dei capi repubblicani di Marino intorno a queste schede falsificate, come intorno al cadavere di Achille. Ed è stato anche affermato, senza smentita, che a Marino era pronta una squadra di repubblicani, i quali la domenica sarebbero andati a rompere le urne a Palestrina, dove .si prevçdeva la prevalenza del Valenzani. 48 '8 Sull' " Azione democratica" del r 5 maggio 1910. BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==