Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Le memorie di un candidato taggio per rompere le urne e fare sparire le schede (testimonianza Vittorio Limiti 43 e Maria Tortonese); b) "la sera del sabato precedente il ballottaggio," ha deposto l'ing. Sabatini, "il cav. Vesci, ad Albano, nella sede del mio comitato, eccitava Remo Stocchi, presidente di una delle due sezioni di Genzano, a preparare la pastetta anche per la sua sezione." Lo Stocchi rifiutava; e) "il signor Marco Bellucci, sindaco repubblicano di Marino," se• condo hanno testimoniato Bernabei Edoardo e Vicini Barnaba, " negli ultimi giorni della settimana del ballottaggio, affidò a Bernabei Edoardo, scrutatore di uno dei due seggi di Marino, le schede dell'intera sezione, perché fossero riempite col mio nome, vidimate dallo scrutatore medesimo e tenute pronte per il momento opportuno. " Queste schede furono ritirate, a nome dello stesso Bellucci, dopo che io mi fui ritirato dal ballottaggio; d) il sabato, vigilia del ballottaggio, furono portate da Marino ad Albano alcune centinaia di schede, perché fossero riempite anch'esse col mio nome e rimandate a Marino per essere adoperate il giorno dopo. Ritiratomi io dal ballottaggio, il sindaco repubblicano di Marino, andò ad Albano a ritirarle; ma gli dissero che erano state bruciate. Sui primi di novembre del 1910, il Bellucci andò ad Albano ad assicurarsi che fossero proprio state bruciate (Testimonianze Sabatini, Ridolfi). Bianchi Oreste di Ariccia e Telesforo Calpini di Albano furono invitati, per il sabato del ballottaggio, ad una adunanza segretissima che si doveva tenere nel comitato di Albano. Giunti al comitato trovarono tutta un'officina, in cui si falsificavano le schede di Marino. Furono invitati a fare altrettanto; da prima rifiutarono; alla fine cedettero (Testimonianze Bianchi, Calpini). Ubaldo Mancini, sindaco repub• blicano di Ariccia, ha deposto nella udienza del 2 novembre: "Anch'io scrissi cinque o sei schede, ma non mi riusd alterare la calligrafia, cosf le misi in tasca. Non vi era alcun repubblicano." (E lui?) Erano convenuti a fare questo bel lavoro uomini di tutti i partiti (testimonianza Bel.lagamba). L'ing. Giuseppe Borromeo, il sabato del ballottaggio, recatosi alla sede del mio comitato ad Albano, trovò la porta chiusa. Bussò, ma gli fu risposto che non si poteva entrare. Quando ebbero il suo nome, fu tolta qualche sedia che impediva alla porta di aprirsi, ed entrò. Si trovò cosf tra una dozzina di persone che scrivevano su schede del comune di Marino il mio nome; il lavoro era quasi finito e si riunivano le schede falsificate. I discorsi di quella gente erano chiari: i rappresentanti della minoranza non si sarebbero " Il Limiti, davanti al Tribunale di Roma, non osò dire tutta la verità, che cioè era stato invitato lui pure a far parte della squadra: e dopo si scusava con me davanti ad altri amici: "Ella," diceva, "non vive nei nostri paesi; noi che ci viviamo, non abbiamo quella libertà che si può permettere Lei, " 197 Biblioteca Gino ~ianco

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