Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana poco era mancato che riescisse a primo scrutinio. Ci presentavamo alla nuova prova, lui con 3108 voti, ed io con 1920 senza contare i circa 150 voti della sezione di Genzano, di cui erano spariti i resultati (vedi innanzi p. 183). Dei 1536 voti del Soderini, era probabile che un terzo passasse al Valenzani, un terzo si astenesse, e un terzo votasse per me per far dispetto al Valenzani. Dunque il mio competitore sarebbe salito a 3600 voti, ed io a 2600. Mi occorrevano mille voti per raggiungerlo: ma solo a Marino 390 elettori si erano astenuti a primo scrutinio: né sarebbe stato impossibile mobilitare nella settimana del ballottaggio un mezzo migliaio di elettori nuovi. D'altra parte, via via che ci arrivavano le notizie di ciò che era avv,enuto nei diversi comuni, appariva evidente che in parecchi di questi i valenzaniani avevano fatto brogli di ogni genere togliendo voti e al Soderini e a me, e attribuendoli al loro candidato. La rappresentanza delle minoranze nei seggi non era garanzia sufficiente: in alcuni piccoli comuni i valenzanisti avevano la grande maggioranza, e nelle minoranze mancavano uomini intelligenti ed energici per fare un serio controllo; inoltre la minoranza dei seggi poteva essere minacciata ed esclusa dalle sale, come era avvenuto in elezioni precedenti. Se io riuscivo ad ottenere un nuovo concordato, che consentisse a me ed al mio avversario di inviare persone di nostra fiducia in tutte le sezioni in cui non ci sentivamo ben garantiti, io pensavo che i disordini si sarebbero ridotti ad un minimo non apprezzabile. Io avrei destinato alcuni amici, deputati, professori d'università, persone autorevoli, a sorvegliare le sezioni valenzaniste piu infette. Il Valenzani avrebbe potuto fare altrettanto per le sezioni mie piu sospettate. Legate le mani cosI ovunque agli elementi piu sospetti o meno sicuri di entrambi i partiti, io non solo mi sarei sentito tranquillo, nei limiti del possibile, sulla regolarità delle operazioni, e potevo sempre avere la coscienza di aver fatto tutto quanto era umanamente possibile per mantenere l'impegno assunto con i miei elettori e per obbligarli a rimaner fedeli alla promessa fattami, ma potevo sperare che il mio competitore avrebbe perduto un paio di centinaia di voti ... spud, che sarebbero passati di buon diritto a me. E cosI la vittoria era tutt'altro che improbabile. Ad ogni modo, anche a cadere nel ballottaggio, sarebbe stata una sconfitta di poche centinaia di voti su piu di 6500 votanti. E rimaneva sempre a me il merito· di avere, in un terreno cosI insidioso e difficile, capitanata e condotta a buon punto una magnifica campagna di riscossa morale. Ma non era di questa opinione la repubblica. Non appena io fui entrato in ballottaggio col Valenzani, subito tutti 1 repubblicani diventarono miei sostenitori fanatici. E i loro metodi di battaglia risultano dai fatti seguenti: a) a Marino si era organizzata una squadra di 50 elettori che dovevano recarsi a Palestrina, centro dei valenzaniani, nella domenica del ballot196 BibliotecaGinoBianco

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