Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Le memorie di un candidato lenzani e non con lui, e delle parole da me dettegli in fretta davanti al palazzo Doria. Quest'ultima ipotesi sembra la piu attendibile, specialmente quando si pensi che c'era con lui quello stesso Pietro Bernabei, che già nell'automobile era stato colpito dalle mie parole: "Se potessi regalare a lei quattro o cinquecento dei miei voti, sarei contento, " e le aveva interpretate ed applicate subito... a modo suo. Di questo dovevano avere parlato, fra il momento in cui io li avevo lasciati nel giungere ad Albano, e quello in cui li ritrovai innanzi al palazzo Doria. E nulla è piu facile del fatto che il Soderini nelle parole frettolosamente da me dettegli: "Veda ella coi suoi amici di far fare le· cose meglio che può, " o parole simili, abbia intravvisto una conferma di quanto egli andava già almanaccando. Trascorsi, poi, parecchi mesi, i ricordi di questo come di altri momenti di quei fatti si sono confusi nella memoria (vedi innanzi p. 190); e ne è venuta fuori la deposizione del 31 ottobre 1911. Accettata questa ipotesi, tutti i fatti successivi si spiegano perfettamente. Il Soderini comunica ai suoi compagni d'infortunio e all'avv. Petroni il suo... equivoco, facendo le alte meraviglie per la mia pazzia. Dapprima sono discorsi platonici. Anzi il Soderini, conforme al mio desiderio, firma un telegramma al prefetto di Roma per intimargli di fare affrettare lo spoglio in tutte le sezioni; e i suoi amici sottoscrivono il telegramma anche col mio nome.87 Partito il Soderini, rimangono insieme repubblicani e soderiniani: e si domandano se, dal momento che io consento, non sia proprio il caso di fare il colpo: i soderiniani ci guadagnano il ballottaggio, i repubblicani ci guadagnano la mia esclusione dal ballottaggio e si levano cosi dai piedi l'usurpatore del posto del cav. Vesci; tutti ci guadagnano la "mano libera" per far pastette nel ballottaggio, perché è probabile che Soderini non avrà cosi "estrema ingenuità" come questo seccatore d'un moralista. Su via, tutti al lavoro. Si va anzitutto a parlare col Sabatini; ma qui primo rifiuto. Dunque io voglio, ma i miei amici non vogliono. (Diciotto mesi dopo, il Sod(':rini innanzi al tribunale ricorda male i fatti, e attribuisce a me questa osservazione che deve esser stata fatta dai suoi amici e comunicata poi a lui.) Si va a Marino a parlare agli scrutatori, a nome di Salvemini e Sabatini: e qui nuovo rifiuto. Nasce qualche dubbio. Che proprio Salvemini abbia fatta quella proposta al Soderini? Che ci sia qualche equivoco? Andiamo a sincerarcene. Se è vero che consent~, ritorneremo al lavoro. Vengono a Frascati, mi fanno interrogare per mezzo del Mayer. n Deposizione Pietro Bernabei: "Dopo ciò che disse il Soderini,_ il. Petroni. c~iese licenza allo stesso Soderini di fare un telegramma urgente al prefetto a d1 lui nome, mv1tandolo a dare ordini di fare procedere subito allo scrutinio nelle va~ie sezioni r_ecalcitra1;1t!, Il Soderini annui. Io ed il Petroni ci incamminammo quindi giu per il corso ed mcontrahc1 col Sabatini, il Petroni chiese a costui, se potesse firmare il telegramma anche col nome del S~l: vernini. Il Sabatini rispose che aveva ampia facoltà e che avesse pure fatto. " ~l Sabahm subito escluse in modo assòluto questo ultimo particolare racconta~o d~l Bernabe1. Ma per noi esso ha poca importanza: interessante è il fatto del telegramma m se. 193 14 81011otecaGino Bianco

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