Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana aveva opposto un reciso rifiuto molto correttamente. Poi mi disse 23 che era sua intenzione di venire ad un concordato, e cioè fare che in ciascuna sezione elettorale nella composizioni dei seggi, ci fosse un rappresentante di tutti e tre i candidati. Accettai in genere la proposta; vi fu un convegno innanzi al prefetto fi-a me, il Valenzani e il Salvemini. Il Valenzani sostenne l'idea che vi fosse un rappresentante qualsiasi, fosse esso stato presidente, segretario o scrutatore. Io, al contrario, perché prevedevo dove si sarebbe andati a finire dal partito del Valenzani, proposi che il rappresentante mio e del prof. Saivernini fosse in ciascuna sezione o il presidente o il segretario. Però si venne nella decisione di adottare ciò che proponeva il Valenzani, 24 ed io a malincuore mi accontentai. Quando il giorno delle elezioni in alcune sezioni non vi fu alcun rappresentante né mio né del prof. Salvemini, ci lagnammo di questo fatto ed in quelle sezioni ci fu risposto che era avvenuto cosi, perché nessun accordo era stato preso dai dirigenti. Ciò venne a cognizione mia e del Sa/vernini dopo qualche giorno dalle elezioni. 25 La sera della domenica io mi recai a Frascati, ove incontrai il prof. Salvemini, e lo invitai a venire ad Albano colla mia automobile. Egli accettò e giunti in Albano si ebbe una notizia piu sicura, che il ballottaggio si sarebbe verificato fra il Valenzani ed il Salvemini. Ricordo che durante il viaggio da Frascati ad Albano si parlò che probabilmente il Salvemini sarebbe entrato in ballottaggio. Ricordo che il Salvemini si mostrò quasi dispiacente di questa previsione. Anzi aggiungo che sarebbe stato molto piu contento, se fosse rimasto in ballottaggio con me, perché sarebbe stata una bella lotta di idee, come egli ebbe a dichiararmi. Non escludo che il Salvemini mi avesse detto: "Se potessi dare quattro o cinquecento voti a lei lo farei volentieri." Il Salvemini si mostrava dispiacente, come ho detto, sinceramente. Giunti ad Albano, dopo avuta la notizia piu sicura, ricordo che il Salvemini, passeggiando dopo avermi chiamato in disparte, andando verso il palazzo Doria, mi disse: "Io in ballottaggio col Valenzani non ci voglio andare; era lei che doveva entrare in ballottaggio.26 Veda se è possibile di accomodare con i suoi amici le cose in modo che questo avvenga. lo ne ho parlato con gli amici miei, i quali non ne vogliono sapere 27 ; veda dunque di intendersela con i suoi." Avanti al palazzo Doria il Salvemini mi salutò, perché veniva il tram di Frascati, e mentre vi saliva sopra rivolto a me disse ancora: " Dunque veda lei che cosa può fare con i suoi amici. " Questo discorso avvenne molto frettolosamente per il sopraggiungere del tram col quale il Salvemini doveva partire; egli era molto concitato e nauseato, tanto che io fui persuaso che il Salvemini avesse l'impressione di essere stato giuocato. 28 Ammetto, ma non lo ricordo, che il Sa/vernini dicesse 23 Non c'era bisogno che glielo dicessi, perché fino dalla sera prima egli doveva essere informato della mia proposta e dalla lettera al prefetto pubblicata dal " Giornale d'Italia " e dall'invito ufficiale ricevuto dal prefetto. Queste inesattezze dimostrano che dopo tanti mesi i fatti non erano piu nitidi innanzi alla memoria del testimone, e spiegano tutte le inesattezze e confusioni successive. 24 La pretesa del Soderini era assurda: noi non potevamo in tutti i comuni arrogarci a priori il diritto di avere il presidente o il segretario, ~ome se ovunque avessimo la maggioranza. I patti furono piu equi: cioè si stabili che nessun partito dovesse nella formazione dei seggi cercar di conquistare maggioranza e minoranza insieme. Purtroppo i valenzianisti in alcuni piccoli comuni non li rispettarono, e il loro capo non fece nulla per trattenerli dal malfare. 26 Queste violazioni del concordato mi furono comunicate dal Soderini, perché me ne servissi in caso di contestazione, con lettera del mercoledi dopo la prima votazione. 26 Questa poteva essere una opinione personale del... Soderini: era assurdo che io pensassi cosi, dal momento che gli elettori mi facevano entrare in ballottaggio; sarebbe stata bella davvero che io dessi torto agli elettori e ragione al Soderini l 21 Ecco altre parole che io non posso aver dette, per la ragione semplicissima che ai miei amici avevo detto precisamente il contrario, né essi avevano avuto bisogno di "non volerne sapere. " 28 Da chi, se entravo in ballottaggio con 500 voti piu del Soderini e non senza speranza di vittoria definitiva? Chi in quel momento aveva l'impressione di essere stato giocato ••• dagli elettori, doveva essere il Soderini, non potevo essere io. 190 BibliotecaGinoBianco

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