Le memorie di un candidato quasi perfettamente regolare: e sarebbe stato questo per me, insieme all'entrata in ballottaggio, in un paese dove due settimane prima ero ignoto, un magnifico successo personale. Giunti sulla linea del tram, davanti al palazzo Doria, ritrovammo il Soderini col suo seguito. lo ero sempre assai irritato per la bricconata di Genzano, che temevo trovasse imitatori, in modo che la votazione a un tratto divenisse del tutto irregolare. E nella mia inquietudine temevo che mi sfuggisse in pubblico qualche parola troppo cruda contro le abitudini deplorevoli del collegio, la quale messa in circolazione da persone avverse alla mia candidatura potesse essere utilizzata contro di me nella campagna elettorale: - ero, ahimè, candidato, e p.on volevo perdere voti ... piu dello stretto necessario. Sospettavo anche che qualche mia parola, per quanto innocente, venisse intesa alla rovescia, com'era avvenuto in automobile. Perciò desiderando approfittare del nuovo incontro per pregare il conte Soderini, perché ponesse in moto tutte le sue influenze affinché da parte dei suoi amici in tutte le sezioni avvenisse lo spoglio con la massima rapidità, lo chiamai da parte, gli confermai la notizia che il ballottaggio purtroppo era fra me e il Valenzani, e lo pregai caldamente che volesse fare accelerare ovunque le operazioni, perché bisognava al piu presto uscire fuori da questa agonia, ed ogni ritardo era ormai ingiustificato e pericoloso: mi raccomandai specialmente per Marino, che era il mio incubo. Questo discorso fu fatto con grande fretta, perché il tram era in vista; e come arrivò, feci appena a tempo a salutare e partire. Giunsi a Frascati dopo le Io. Ripensandoci mi pareva ora che i fatti di Genzano e la tentata rottura delle urne di Albano dovessero considerarsi come manovre dei valenzanisti per dare la vittoria senz'altro a primo scrutinio al loro capo (la ipotesi che fossero state rotte dai repubblicani in odio a me, non mi veniva al pensiero). Salii dall'on. Valenzani poco ben disposto verso di lui, e lo invitai a farla finita una buona volta e ad iniziare lo spoglio delle schede a Frascati dal momento che ad Albano lo spoglio era finito. Era presente Bissolati. Valenzani rifiutava: voleva che prima finisse lo spoglio di Marino. Cominciammo a leticarci. Mentre discutevamo, arrivò un giovane tutto affannato: "Salvemini ha dato ordine a Marino di andare avanti nello spoglio, ma i seggi non vogliono saperne. " Allora scrissi un invito formale ai seggi di Marino, perché smettessero un ostruzionismo il quale oltre che ingiusto era perfettamente inutile. L'invito fu firmato anche dal Bissolati. Il giovane arrivato da Marino fu incaricato di portarlo. Il Valenzani, finalmente, si decise ad iniziare a Frascati lo spoglio delle schede. Erano, credo, le IO di sera. Frattanto, ad Albano e a Marino, repubblicani e soderiniani facevano un ultimo e disperato sforzo per eséludermi dal ballottaggio a favore del Soderini. BibliotecaGinoBianco
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