Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Le memorie di un candidato due di cui non ricordo piu bene i visi e i nomi: mi par sicuro ci fosse l'avv. Petroni. Via facendo, il Bernabei smaniava, battendosi delle carte piene di numeri sulla faccia, perché il Soderini era fuori del ballottaggio. Ebbi cosI la notizia dei primi sommari resultati. E mi dichiarai assai dolente di ciò. Entrare in ballottaggio col Soderini sarebbe stata per me una vera soddisfazione: avremmo avuto una settimana di lotte di idee. Ma il ballottaggio col Valenzani, data la lotta personale aspra e la indicibile confusione che ne sarebbe venuta, mi ripugnava. Anzi che lottare col Valenzani, avrei preferito esser messo fuori lizza a primo scrutinio. Ricordo benissimo di avere adoperato, per esprimere la mia idea, la seguente forma. paradossale: " Se potessi prendere quattro o cinquecento dei miei voti, e regalarli a lei, e lasciare lei nell'impiccio, sarei proprio un uomo felice." Discorsi analoghi avevo fatti nei giorni precedenti e nella giornata stessa al Bissolati, al Moro, al Sabatini, non so a quanti altri. E nessuno pensò che questo mio desiderio fosse un incitamento ad alterare i resultati della votazione, in modo che i voti miei passassero al Soderini, ed io cosI rimanessi fuori del ballottaggio. Ma il Bernabei - quello stesso che a Marino il giorno prima si era opposto a concedere una rappresentanza ed un controllo ai valenzanisti nei due seggi di Marino (vedi innanzi p. 181) -, a sentirmi parlare cosI si rischiarò, smise di battersi le carte piene di numeri sulla faccia, e senza parlare proprio esplicitamente, in un tono che gli permetteva sempre di far credere ad un mio equivoco e che m'impediva perciò di offendermi, accennò che la mia idea era buona e si poteva facilmente applicare. Capii che le mie parole erano state interpretate come meno mi aspettavo.16E senza mostrare di prender sul serio quanto il Bernabei aveva detto - ché non ne avevo apparentemente alcun motivo - volsi la cosa in riso, dicendo subito: " Sarebbe bella davvero che venuto qui a sostenere la correttezza delle operazioni elettorali, mi mettessi a fare le pastette ... contro di me. " E cosI la cosa finL Frattanto giungevamo a Marino. Un giovane s'affacciò al finestrino dell'automobile, e mi domandò se avevo istruzioni da dare. "Andare avanti rapidamente nello spoglio delle schede," dissi io; e si continuò per Albano. Quando fummo all'entrata di Albano, chiesi di scendere dall'automobile e di proseguire per conto mio: oramai, dato il ballottaggio fra me ed il Valenzani, di cui avevo avuto la prima notizia via facendo, non volevo piu comparire in Albano nell'automobile di Soderini: avrebbero potuto credere ad una mia manovra, per propiziarmi nel ballottaggio i soderiniani. 18 Che la mia impressione non fosse faptastica, ha confermato lo stesso Pietro Bernabei nella deposizione del 2 novembre r9II al Tribunale di Roma: "Questa idea [della conversione dei voti] il Salvemini mi manifestò, quando in automobile col Soderini andavamo da Frascati ad Albano. " r85 Biblioteca Gino Bianco

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