Le memorie di un candidato E il Mondolfo ha deposto innanzi al Tribunale di Roma: Nella folla incontrai l'avv. Petroni, al quale dissi di esortare alla calma, perché la , ittoria ci poteva sorridere, senza ricorrere a mezzi non onesti, mezzi che erano aborriti dal Salvemini: ed il Petroni neppure rispose ed andò via.. Le urne, non rotte a Marino, furono rotte verso le ore 18 a Genzano in entrambe le sezioni (Messaggero 18 aprile, Avanti! 19 aprile). Dei voti della seconda sezione non si ebbero piu notizie; le schede della prima sezione, in numero di 298, messe da parte dal presidente, e spogliate il giorno dopo nell'adunanza generale dei presidenti, dettero i seguenti resultati: Salvemini I 39, Sederini 75, Valenzani 47, nulle 4, bianche 12. Risultati analoghi si prevedevano dalla seconda sezione. Contemporaneamente, cioè verso le 18, avveniva un tentativo per rompere le urne anche ad Albano, dove io avevo 539 voti, contro 228 dati al Soderini e 6 al Valenzani. Il tentativo fu impedito dalla prontezza e dalla energia dei presidenti dei seggi. Se il tentativo di Albano fosse riuscito anch'esso, gli effetti non potevano essere che due: 1° io perdevo tanti voti da passare dietro al Soderini ed essere escluso dal ballottaggio; 2 ° la elezione, sia che il Valenzani fosse stato proclamato vincitore a primo scrutinio, sia che fosse stato dichiarato il ballottaggio fra Valenzani e Sederini, avrebbe dovuto essere annullata. E la repubblica avrebbe fatto fin dalla prima votazione le sue grasse risate sulla mia propaganda di moralità elettorale. Or bene, queste rotture di urne erano state preannunciate alcune ore prima dai repubbHcani. cc La notizia della probabile rottura delle urne a Genzano, " ha deposto il Mondolfo al Tribunale di Roma, cc rottura che poi avvenne, io l'ebbi nelle prime ore del mattino della domenica a Marino; ove si diceva che per la formazione dei seggi, potevano aderire all'accordo, perché se c'era da fare qualcosa ci avrebbero pensato quelli di Genzano. " E il prof. Giovanni Moro !:ia deposto nella udienza del 31 ottobre: . Il giorno 17 aprile, verso le ore 17, quando cioè era cominciato lo scrutinio, mi trovavo a Montecompatri con Giovanni Cena: ci venne incontro un signore, che non conoscevo, e ci annunziò che le elezioni andavano male pel Salvemini, soggiungendo: cc Qui ora non resta altro che sfasciare le urne! " Poscia quel signore si presentò per il cav. Vesci. E Giovanni Cena mi scrive: Io non ho sentito le parole di Vesci. Ricordo questo, preciso. Ero un po' in disparte. Capii dai suoi gesti (del Vesci) che le cose andavano male H. Poi Moro mi si avvicinò e disse: "Le cose vanno male qui." Io osservai: "Ma non ti pare strano che Vesci si trovi qui, mentre dovrebbe stare a Marino per incoraggiare i suoi? " Moro mi fece: cc Dice che se va avanti cosf, lui va a Marino e sfascia o fa sfasciare le urne. " cc Blague!,." risposi. cc Lui dovrebbe essere là. " BibliotecaGinoBianco
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