Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana solida la violenza e la corruzione, dove rampollano spontanee dalle miserie locali; le introduce ufficialmente nei paesi, dove erano prima ignorate. L'on. Giolitti non è certo il primo uomo di governo dell'Italia una, che abbia considerato il Mezzogiorno come terra di conquista, aperta ad ogni attentato malvagio. Ma nessuno è stato mai cosI brutale, cosI cinico, cosI spregiudicato come lui nel fondare la propria potenza politica sull'asservimento, sul pervertimento, sul disprezzo del Mezzogiorno d'Italia; nessuno ha fatto un uso piu sistematico e piu sfacciato, nelle elezioni del Mezzogiorno, di ogni sorta di violenze e di reati. In Puglia, per esempio, sebbene le lotte elettorali vi abbiano avuto sempre forme vivaci e anche violente, la organizzazione ufficiale della mala vita a scopo elettorale è una gloria tutta giolittiana. La mala vita fece la sua prima apparizione fra noi nel collegio di Bitonto nelle elezioni del 1897, messa in moto per iniziativa privata del partito Capruzzi. Ma i delinquenti elettorali furono processati e condannati, perché il governo non era ancora giolittiano; e per cinque anni l'esempio bitontino rimase senza risultato. Nel 1901 il "ministro della mala vita" saH a governare l'Italia. E da allora in poi la mala vita è diventata in Puglia, in tempo di elezioni, una vera e propria istituzione dello Stato. Questi misfatti non possono essere scusati neanche con la considerazione che sono necessari per difendere i partiti dell'ordine contro la marea sovversiva - pur ammesso che l'ordine debba essere difeso coi metodi giolittiani. Dato il nostro sistema elettorale e data la esclusione dei contadini meridionali dal diritto di voto, le cosI dette " istituzioni " nelle elezioni meridionali sono quasi sempre fuori causa. Nel Mezzogiorno le lotte elettorali non avvengono quasi mai fra conservatori e democratici, ma fra conservatori e conservatori. Gli stessi democratici meridionali, nove volte su dieci, sono dei paglietta, non desiderosi di altro che del medaglino di deputato per vanità o per aumentare i redditi professionali, che hanno invocato servilmente anch'essi l'appoggio del governo, e non avendolo ottenuto si sono proclamati democratici' per trascinare a sé i giovani e le nascenti organizzazioni contadine, e non desiderano di meglio che essere assoldati anch'essi nell'ascarismo parlamentare o ottenere un ufficio stabile nella caterva di agenti ministeriali e... democratici. In questi contrasti fra conservatori e conservatori, o fra conservatori e pseudodemocratici piu o meno affaristi, o fra conservatori e affaristi, o fra affaristi e affaristi, Giovanni Giolitti interviene coi delitti dei suoi agenti, non per difendere un principiò politico contro un altro, ma semplicemente per proteggere un amico personale, o un delinquente notorio, o un camorrista segnato a dito da tutti, sol perché è aggregato alla propria clientela, non importa contro chi, magari contro chi non avrebbe nessuna difficoltà a proclamarsi anch'egli giolittiano. Nel collegio di Gioia del Colle, per esempio, contro Vito De Bellis non c'era nessun socialista temibile, e Biblioteca Gino Bianco

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