Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana che prima di essere rimesso in libertà venni tradotto davanti al commissario di polizia, che 'mi chiese se fossi elettore politico. Risposi di no, perché ancora non ho ottenuta l'iscrizione nelle liste; mi chiese ancora se lo fosse mio padre e per chi intendesse votare e dissi che era elettore ed avrebbe votato liberamente per chi avesse creduto. A questo il commissario, con atteggiamento sempre minaccioso, mi spiegò che appunto la libertà elettorale di mio padre fosse stata la ragione del mio arresto, e rimettendomi in libertà mi avverti che sarei stato nuovamente arrestato se visto a discorrere o trattenermi con qualcuno sia in luoghi pubblici, che privati, consigliandomi perciò ad allontanarmi da Gioia per tutto il periodo elettorale. Seppi ancora da mio padre che durante la mia carcerazione si era fatto sapere a lui che per avere la mia liberazione, avrebbe egli dovuto recarsi dal candidato Vito De Bellis e supplicarlo; ma mio padre comprese la trama elettorale, non volle andarvi perché non voleva prendere impegni sul suo voto.9 8. Vito De Bellis padrone delle acque Dal 2 marzo in poi Vito De Bellis fu il re, lo zar, il dio della sua città. Chi non era riconosciuto come suo amico non poteva piu circolare per le strade. Nei portoni delle case dei piu autorevoli seguaci del marchese, i debellisti facevano scoppiare delle bombe di carta. I questurini guardavano, e lasciavano fare. 11 Pignatelli, ritiratosi in casa dopo essersi fatta cucire la testa rotta, si trovò assediato in piena regola. A chi tentava arrivare a lui, gli assedianti dicevano: Chi entra non uscirà. Anche chi gli portava il cibo e le medicine per la ferita era minacciato. La sera del tre marzo i contadini Galatola e Marazio, che avevano potuto arrivare a lui, all'uscita trovarono una quantità di " mazzieri " che li aggredirono. Il Galatola fugg1, ma il "mazziere" Anaclerio, pregiudicato e acchiappacani municipale, lo raggiunse, e lo colp1 con un primo colpo di mazza alla tempia. Il disgraziato cadde quasi tramortito; riavutosi fece per alzarsi; ma un secondo colpo, ancora alla testa, lo gittò di nuovo in terra. Il Marazio fu accerchiato e colpito replicatamente da colpi di mazza. 10 9 Documenti avverso l'elezione di Vito De Bellis presentati alla giunta delle elezioni (Roma, Tip. editrice Roma, 1909, p. 26). Questo racconto del Girardi è stato pienamente confermato nel pubblico dibattimento svoltosi davanti al tribunale di Bari nei giorni 6 e 8 novembre; e il processo è finito con la condanna del cav. Prina a tre mesi di detenzione, ad altrettanti di interdizione dai pubblici uffici, nonché ai danni verso la parte civile, col beneficio della condanna condizionale. Insieme col cav. Prina e piu di lui avrebbero dovuto trovarsi sul banco degli accusati il prefetto Buganza, Vito De Bellis e Giovanni Giolitti. Fatto caratteristico: lo stesso avv. Poddigue, che aveva patrocinato l'on. De Bellis davanti alla giunta delle elezioni, ha difeso il commissario Prina davanti al tribunale di Bari; nec caste, nec caute. La tattica di difesa è stata, però, diversa nelle due discussioni: a Roma l'avv. Poddigue ha sostenuto che la elezione di Gioia del Colle era stata tranquilla e limpida come acqua di fonte, e chi parlava di violenze e di prepotenze era un mentitore malintenzionato non tanto contro l'on. De Bellis quanto contro l'on. Giolitti; a Bari la elezione divenne agitatissima e difficilissima, e l'arresto arbitrario commesso dal cav. Prina è giustificato dall'eccezionalità del momento, dalla difficoltà di accertare i fatti nel disordine delle lotte, dalla opportunità di tutelare l'arrestato contro il tumultuare sfrenato della folla. 10 Per queste imprese l'ottimo Anaclerio e due altri pregiudicati, suoi compagni d'armi, sono stati condannati il 4 novembre dal pretore di Gioia del Colle ad un mese e tre giorni di reclusione; ma saranno graziati. BibliotecaGinoBianco

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