Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza Goluchowski non manca di dare a queste domande una, sia pure fugge– vole, risposta: Le rappresaglie usate dal governo turco non sono probabilmente ( I) sufficienti per giungere a una pacificazione durevole. Sarebbe desiderabilissimo che la condotta oramai corretta del governo bulgaro [che ha preso provvedimenti per mettere fiµe ai tentativi del comitato macedone] trovasse il suo complemento nell'adozione di provvedimenti per migliorare la situazione amministrativa nei vilaiet della Macedonia. Ecco, dunque, la solita panacea delle "riforme." Le quali, o devono essere attuate dal governo turco: e in questo caso rappresentano l'espediente, con cui le potenze amiche pro. tempore del sultano hanno sempre lasciato le pecore in custodia al lupo, conciliando il desiderio di non disturbare la Porta con la necessità di non assumere una complicità troppo sfacciata coi suoi metodi di governo, oppure le "riforme'' devono essere fatte sul serio: e allora occorre affidarne l'attuazione, non al sultano, ma ad alcune o a tutte le potenze europee, come è avvenuto con buoni resultati a Creta. A tutte? O ad alcune? E a quali? Alla intesa austro-russa, con esclu– sione di tutte le altre, compresa l'Italia? Se le "riforme" macedoni saranno di esclusiva competenza della Du– plice austro-russa, questa Duplice non servirà che a mascherare la preva– lente influenza austriaca. Perché la Russia è lontana dalla Macedonia, mentre l'Austria è confinante del paese da riformare, attraverso il Sangiaccato di Novibazar, e da molti anni vi lavora tenacemente a crearsi un partito fedele. Il concetto dell'" autonomia degli Stati balcanici," insomma, applicato alla Macedonia in combinazione coi concetti dello statu quo e delle "riforme" e con quello di un'azione esclusiva austro-russa, cioè prevalentemente austriaca, svuota di ogni co-9-tenutoserio tanto l'autonomia quanto lo statu quo. E que– sta prevalenza austriaca, per quanto mascherata da formule diplomatiche equivoche, anche se non renderà possibile subito un'occupazione territoriale austriaca temporanea o permanente, rappresenterà sempre per l'Austria uno di quei vantaggi, anche non territoriali, che secondo il trattato italo-austriaco del 1887 fa sorgere nell'Italia il diritto ad equivalenti compensi. D' altre parte una Macedonia, in cui sia riescita ad organizzarsi una esclusiva o prevalente influenza austriaca, diverrebbe incompatibile con una Albania autonoma. A parte, infatti, la difficoltà di definire i confini fra Macedonia e Albania in una regione che è un vero caos geografico ed etno– ?rafico, lo stato di barbarie piu che medievale, in cui si trova l'Albania, impedirebbe· a. questo paese di vivere autonomo cioè barbaro, non appena· alle sue spalle la Macedonia sia stata organizzata, anche mediocremente, sotto una speciale influenza austriaca. I paesi barbari non hanno confini: o vengono organizzati da un paese non confinante, o finiscono con l'essere assor?iti dai confinanti meglio organizzati. Un intervento riformatore austriaco nella Macedonia senza contrappesi efficaci di altre influenze, dun– que, sarebbe un primo passo non solo per fare della Macedonia un feudo 67 BibliotecaGino Bianco

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