Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Capitolo primo L'Italia nel 1871 Nei primi anni di questo periodo storico, su cui vorrei richiamare la vostra attenzione - dopo la guerra franco-prussiana del 1870 -, l'Italia era in Europa come un viaggiatore inaspettato che entra in treno e cerca un posto anche per sé, e cosf disturba tutti gli altri viaggiatori che si erano già sistemati. Per dodici secoli l'Italia era stata divisa in piccoli Stati locali, spesso in guerra gli uni con gli altri. Per effetto di questa disunione, che sembrava innata nel popolo italiano, tutti i vicini avevano per secoli considerato l'Italia come un paese assai comodo da utilizzare negli scambi diplomatici, in cui ognuno poteva entrare quando gli piaceva, prendersi quel che desiderava, ed impiegarlo come pedina nel proprio gioco. L'unificazione nazionale dell'I– talia era un fatto nuovo, che si era determinato inaspettatamente nel corso di pochi anni, fra il 1859 e il 1870. E i diplomatici delle grandi Potenze tradi– zionali dovevano fare un grande sforzo di immaginazione per adattarsi alla idea di questa nuova. realtà: gli uomini in genere, e i diplomatici in ispecie, sono lenti a modificare i loro atteggiamenti mentali, e non amano guardare in faccia le nuove situazioni, specialmente quando la situazione antica era piu conveniente della nuova. A parte quest'attitudine di sdegnoso compatimento, che era tradizionale nei vicini, sta di fatto che nel 1871 l'Italia era realmente uno Stato debole che doveva affrontare difficoltà formidabili. Oggi, non contando la Russia, che attraversa una fase 'eccezionale della sua storia, le popolazioni dei principali Stati dell'Europa, si dispongono nel seguente ordine numerico: Germania Gran Bretagna Italia . Francia . . . ·Nel 1871 l'ordine era assai diverso: Germania Francia . . . BibliotecaGino Bianco 60 milioni 47 » 40 » .39 )) 41 milioni 36 » 293

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