Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo tr~ntasezeszmo La Conferenza di Stresa Dal 19 gennaio al 17 marzo passarono due mesi senza che Mussolini ini– ziasse quei negoziati diretti con Hailé Selassié, di cui il Consiglio della So– cietà aveva parlato il 19 gennaio. Per lui i negoziati diretti con l'Etiopa con– sistevano nel rifiutare l'arbitrato e affrettare i preparativi militari: negoziava mobilitando. Ecco ciò che ebbe a dire Arnaldo Cortesi nel New York Times: Due divisioni comprendenti fra i 25.000 e i 35.000 uomini, con artiglieria, carri armati e sezioni motorizzate sono state poste su piede di guerra e mobilitate. 1 Si dice nei circoli ufficiali che grandi quantità di munizioni e materiale da guerra sono stati mandati o sono in viaggio per l'Eritrea e la Somalia italiana. Si ritiene che la cono– scenza di questi intensi preparativi militari italiani convincerà l'Imperatore che è inutile resistere, e lo aiuterà ad accettare le domande italiane. Se tuttavia dovesse dimostrarsi inflessibile e rifiutarsi di compiere i passi necessari, allora l'intervento diretto italiano sembra sia l'unica alternativa (12-II-1935). Il Gran Consiglio del Fascismo approvò "entusiasticamente" le misure prese per garantire "la sicurezza e la pace delle colonie italiane" e annun– ziò che "tutte queste misure erano state prese per dare alle forze armate la possibilità di mantenere, anzi aumentare la loro capacità di fronte ad ogni eventualità di qualsiasi genere" (16 febbraio) (PI. 17-II-35). Secondo F. T. Birchall, "la Società delle Nazioni" (cioè il Segretario Generale e i membri del Consiglio) prendeva "con estrema calma quello che appariva un affare piuttosto urgente"; "la Società era in uno stato di . ,, sospens10ne. Il momento attuale sembra opportuno al Primo Ministro Mussolini per fare del– l'Eritrea e della Somalia qualche cosa di piu che estensioni di sabbia bruciata dal sole. Le buone relazioni stabilite con la Francia nella recente conferenza di Roma lo assi– curano contro complicazioni da quella parte. Probabilmente il mondo non conosce tutto ciò che Pierre Laval ha concesso a Roma in cambio dell'amicizia italiana in Eu– ropa. Se fosse annunciato un atteggiamento di francese benevolenza verso una even- 1 VILLARI, Storia diplomatica, p. 70, afferma che queste due divisioni contavano "soltanto" 30.000 uomini e per di piu "rimasero in Italia." Non spiega che le due divisioni "rimasero in Italia" soltanto finché vi furono navi disponibili per trasportarle. 342 Bibloteca Gino Bianco

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