Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia " e altri scritti dal 1900 al 1915 Questa guerra nel 1882 non era possibile. L'Italia - dicono - doveva entrare nella Triplice Alleanza, e a quelle condizioni, per evitare mali maggiori. E la pace, che abbiam sofferta per tanti anni, era sempre il meno peggio che ci poteva toccare, data la miseria intellettuale di Umberto I di Savoia e della abbietta oligarchia affaristica che, stretta intorno a lui, sfruttava e disonorava l'Italia; data la vigliaccheria innata della nostra diplomazia, la quale non ha avuto mai fede nella forza del nostro sentimento nazionale e, trascinata a Roma a pedate dai partiti rivoluzionad, ha sempre temuto e teme tuttora per Roma, e riduce tutta la sua opera a difendere Roma contro la diplomazia pontificia, come se Roma non fosse difesa dall'lta]ia; data la funesta e vana illusione di lanciare l'Italia, sussidiata dalla Triplice, nelle avventure coloniali; data la disorganizzazione di tutte le amministrazioni civili e militari dello Stato. E cosi sia. * Ma dal 1882 al 1908 qualcosa si è mutato nel mondo, non per merito nostro, ma a nostro vantaggio. - L'Inghilterra, che dal 1870 al 1900 si era astenuta dall'intervenire attivamente nel perenne conflitto franco-germanico, e nell'insieme era stata piuttosto avversa alla Francia e propizia alla Germania, è uscita dal suo tradizionale isolamento magnifico e sterile; ed ha preso posizione contro la Germania. Non si tratta di capricci o di vuote gelosie nazionali: si tratta di un contrasto d'interessi assolutamente inconciliabile. Mentre l'Inghilterra mantiene in tutti i suoi territori il regime del libero scambio e consente ai produttori tedeschi di venire nei confini inglesi a fare la concorrenza ai produttori inglesi, la Germania chiude con barriere protezioniste e anche proibitive tutti i suoi domini alle merci inglesi. È una lotta ad armi ineguali, in cui l'Inghilterra soffre tutti i danni del libero scambio proprio e del protezionismo germanico, e la Germania sfrutta tutti i vantaggi del protezionismo proprio e del libero scambio inglese. Il partito conservatore inglese, capitanato da Chamberlain, credé di poter salvare l'industria inglese opponendo al protezionismo tedesco un protezionismo inglese. Ma le moltitudini lavoratrici dell'Inghilterra capirono che di questo protezionismo esse avrebbero pagate le spese con un piu caro prezzo di tutta la vita, e respinsero a enorme maggioranza il programma conservatore. Ed ora non resta all'Inghilterra che assalire la difficoltà da un altro lato. È necessario al progresso economico e democratico dell'Inghilterra che sia rotto il cerchio del protezionismo germanico, affinché l'Inghilterra possa lottare ad armi eguali con la Germania nella concorrenza internazionale. E la Germania, che ha assiso tutto il suo sistema economico, sociale e politico nel protezionismo, e per cui il libero scambio produrrebbe una immensa crisi rovinosa, la Germania resiste e resisterà alla pressione inglese finché le rimarrà un filo di fiato. 52 BibliotecaGino Bianco

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