Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Postilla Che l'interesse italiano di fronte' alla presente crisi mondiale sia specialmente quello di contribuire alla creazione di un nuovo equilibrio, in cui ven· ga assicurata una grande generale riduzione delle spese militari e una stabile pace con la eliminazione di tutte le antiche superfici di attrito fra le nazioni europee, non può essere messo in dubbio se non dagli speculatori delle industrie militari. Ma non dobbiamo illuderci che la cosa sia troppo facile; né dobbiamo credere che certi problemi assai complicati si risolvano sen-z'altro con le . . nnuncie. Mug scrive che l'Italia, ad evitare ogni ragione di nuovi conflitti, farebbe forse bene a domandare l'annessione del solo Trentino "strettamente italiano" e del Friuli orientale, abbandonando senz'altro la zona mistilingue del1'Alto Adige e l'Istria e Trieste. Ma queste rinuncie eliminerebbero gli attriti di nazionalità fra tedeschi ed italiani nella zona meridionale dell'Alto Adige, fra italiani e sloveni in Trieste e nell'agro triestino, fra italiani e croati in Istria? La realtà non consente illusioni a questo riguardo. E noi dobbiamo, chi sa per quanto tempo ancora, considerare queste "zone grigie" come le pietre dello scandalo, di 'ogni politica pacifica, qualunque sia il loro ordinamento politico. Quel che bisogna cercare è di ordinarle politicamente in modo che gli attriti nazionali vi siano attenuati piu che sia possibile, e che l'opera lenta del t<rmpoe l'influenza spontanea della civiltà superiore compiano quel lavoro di assimilazione che la violenza non compirà mai. Ora uno staterello autonomo istriano, quale il Maranelli propone e Mug accetta, renderebbe davvero possibile una pacifica convivenza fra italiani e slavi? Non lo crediamo in nessun modo. I rapporti fra le razze sono ormai cos1 inaspriti in quei territori, che l'autonomia politica significherebbe la guerra civile in permanenza intorno ai comuni, alle provincie, alle istituzioni di beneficienza, alle scuole, ai tribunali, alle linee ferroviarie, agH acquedotti, ai cimiteri, alle chiese, agli stessi sassi. E questa guerra civile renderebbe necessario a breve scadenza l'intervento di qualcuno fra i vicini, cioè la- fine dell'autonomia e della neutralità. Ora eliminata la possibilità di un'autonomia non restano che quattro ipotesi: I) l'aggregazione: all'Italia; 2) l'aggregazione alla nuova Serbia; 3) la cont~nuazione del dominio austriaco; 4) l'aggregazione ad una grande Germania. Esclusa per parte nostra e per ragioni intuitive l'ultima ipotesi; riconosciuto che la burocrazia austriaca, se consolidasse definitivamente il suo do497 BibliotecaGino Bianco

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