"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 pedirgli il respiro, e si forma la convinzione che la sola via di salvezza s1 possa trovare nell'assoggettamento diretto e violento <li piu vasti e sicuri mercati. La Germania insomma si troverebbe ora in questa strana contraddizione: mentre la rapidità eccessiva del suo sviluppo industriale e l'enorme uso del credito sembrerebbero imporle la necessità della pace pe1 non interrompere in alcun modo il giro dei propri affari e per dar tempo alle sue industrie di consolidare le proprie basi, d'altra parte la preoccupazione terribile di vedersi precluso un maggiore sviluppo dei propri mercati, e la fiducia eccessiva nella propria forza di resistenza e di espansione l'hanno spinta a giocare la sua stessa esistenza di grande nazione industriale sulla carta pericolosissima della guerra. Dopo 5 mesi di guerra non è facile dire se il gioco debba riuscire favorevole. Le informazioni tedesche ripetono continuamente che la vita economica della Germania seguita a svilupparsi nelle sue forme normali; ma si sa intanto che fin dai primi mesi, per impedire la rovina delle banche, si dovettero fare emissioni colossali di carta moneta, e che il prezzo dev'essere fortemente disceso se si è vietata la pubblicazione del listino dei cambi. Si sa pure che il commercio esterno della Germania è quasi totalmente annientato, che la rete enorme di interessi tedeschi in ogni parte del mondo sono gravemente compromessi, e che a guerra finita, qualunque ne sia l'esito, la diffidenza politica costituirà un ostacolo gravissimo alla nuova espansione commerciale della Germania. Tutto lascia credere dunque che, almeno dal punto di vista economico, il gioco debba completamente fallire. Problema adn:atico e problema mediterraneo 1 Confessiamo all'amico Evoli di non saper vedere come l'Italia possa, attraverso questa guerra, conquistare una forza intrinseca ed assoluta. che le permetta, come scrive l'Evoli, di "risalire al posto di vera grande potenza, per essere pari fra i pari." La guerra, a cui l'Italia sembra chiamata, dato che 1 • Su "L'Unità," a: IV, n° 8, 19 febbraio 1915, pp. 629-630, venne pubblicato un articolo d1 Francesco Evoh, il quale, dopo aver ricordato gli argomenti dei neutralisti, che a sostegno delle loro_ tesi adducevano la necessità di mantenere l'equilibrio europeo, quale era. stato !1-~o 21 lugho 1914, e dopo aver osservato che questa tesi condannava H il mondo al1'1mmob1htà... cosa da relegare nel museo dei ricordi storici," afferma che certamente 476 BibliotecaGino Bianco
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