Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

·' Come siamo andati in Libia " e altri scritti dal 1900 al 1915 triplicista, dunque, potrebbe impedirle d~ trov~rsi in g~~rra col~aTurchia: n?n appena la Turchia movesse guerra agh stati balcaruc1 alleati della Tnphce Intesa, o tendesse a sconvolgere lo statu quo dell'Egitto e del Mediterraneo orientale. Per questa via l'Italia potrebbe dare un aiuto prezioso alla Triplice Intesa senza violare la Triplice Alleanza. Inoltre, è noto che tra gli accordi italo-austriaci ce n'è uno,. in forza del quale l'Austria è obbligata a non promuovere mutamenti territoriali nella penisola balcanica senza preventivi accordi con l'Italia. Con l'ultimatum alla Serbia del luglio scorso l'Austria mostrò di credere e volle far credere di non voler attentare alla integrità territoriale della Serbia, ma di volerla punire per le uccisioni di Serajevo e di voler prendere precauzioni contro l'irredentismo panserbo. Solamente queste precauzioni erano tali che l'esercito, la polizia, · la magistratura, le scuole erano messe sotto il controllo austriaco: l'integrità territoride della Serbia rimaneva intatta, ma l'indipendenza nazionale spariva. Quest'ultimatum fu inviato senza nessun preventivo accordo con l'Italia. Era la fine della Triplice. Anche se i trattati ci obbligassero a rimanere neutrali in tutti i casi, nessuno eccettuato, se non eccettuato neanche quello che l'Austria e la Germania aggredissero tutto il mondo, in un caso almeno noi avremmo il diritto e il dovere di uscire dalla neutralità: se l'Austria e la Germania aggredissero ... noi. Ora nell'aggredire la Serbia a nostra insaputa, nel tentare una nuova conquista balcanica, nel volere capovolgere l'attuale equilibrio delle forze mondiali, riducendo anche noi a stato vassallo, l'Austria e la Germania hanno assalito anche noi. Nell'agosto passato il nostro Governo commise l'errore di non disdire immediatamente il trattato: forse la nostra impreparazione militare sconsigliava in quel momento un passo di questo genere. Ma quel che non si fece allora, si ha il diritto di farlo sempre. Il nostro paese ha sempre il diritto di esigere dall'Austria assicurazioni pubbliche ed esplicite sulla intenzione di non diminuire in nessun modo, non solo la integrità territoriale, ma neanche l'indipendenza nazionale della Serbia. E se l'Austria non riconoscerà il suo dovere, nulla diminuirà piu in noi il diritto di badare ai nostri interessi in assoluta libertà. Ma quale eroismo - qui la voce del triplicista diventa flebile - quale generosità è questa di assalire l'Austria, ora che si trova minacciata da ogni parte? Quale gloria avremmo a vincere un nemico già prostrato da altri? Rispondiamo che non siamo mossi contro l'Austria da nessun amore di gloria e da nessuna pretesa di fare dell'eroismo. Da che mondo è n1ondo_,le guerre si fanno o si minacciano, quando si ha la certezza di vincere, e non quando si teme di essere sconfitti: si fanno, cioè, quando si ha 111otivodi credere che il nemico sia piu debole. La Germania e l'Austria hanno forse scatenata questa guerra perché sentissero di avere di fronte una coalizione di forze piu potente, o piuttosto perché s'illudessero di poterla con la loro superiorità sopraffare? Se la guerra si dovesse fare o minacciare, non quando si ha la certezza di vincere, ma quando si è sicuri di andare a rompersi la testa 472 BibliotecaGino Bianco

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