Guerra o neutralità? Quando presentano i primi (opportunità di saltare addosso all'Inghilterra e alla Francia per conquistare un grande dominio coloniale), ostentano il piu olimpico disprezzo per i pregiudizi morali: l'egoismo, la forza, il successo, queste devono essere le guide dei popoli: politica reale e non sentimentale ha da essere; chi si lascia fuorviare da sentimenti di diritto e di giustizia, tradisce la patria. Ma quando vedono che la loro " politica reale " non fa presa, allora girano a un tratto il manubrio, e mettono in opera la " mozione degli affetti " a base di scrupoli e di preoccupazioni morali. - Del rispetto della parola data, che cosa ne fate? - esclamano essi indignati. Esiste fra Italia, Germania e Austria un trattato di alleanza, rinnovato nel 1912 per sette anni, che fa obbligo all'Italia di tenersi neutrale. È lecito violare sfacciatamente un solenne trattato? Nell'agosto passato, tutti i triplicisti proclamavano che l'Italia s'era disonorata perché aveva proclamata la neutralità. Oggi, tutti proclamano che la neutralità è legittima, anzi, secondo i patti della Triplice, necessaria. La realtà è che il testo dei trattati e degli accordi, dal cui insieme risulta la Triplice Alleanza, è segreto; e in queste condizioni manca a noi ogni elemento sicuro per determinare fino a qual punto, nelle attuali condizioni dell'Europa, che sono assai diverse da quelle in cui la Triplice fu rinnovata nel 1912, l'Italia sia tenuta a rimanere legata alle potenze centrali. Qualche cosa, però, possiamo dire anche noi che non abbiamo letto i trattati. E la piu sicura è che dopo la violazione della neutralità del Belgio, né la Germania né l'Austria hanno piu il diritto di invocare i trattati. Il nostro Governo avrebbe avuto il diritto e il dovere di disdire immediatamente, dopo quel/'atto di sleale brutalità, ogni convenzione con le potenze centrali; non si conse~vano relazioni d'affari con chi dimostra tanta disinvoltura nel calcolare il valore della sua firma. Se non che, nell'agosto scorso, la nostra impreparazione militare, come in seguito abbiamo saputo, era tale che una nostra protesta avrebbe servito solo ad esporci a tremendi pericoli. Oggi la situazione è mutata a nostro vantaggio. E tutto ci consiglia a utilizzare finalmente la nostra libertà. Si può andare assai piu avanti nell'esame di questo "caso di coscienza," che è senza dubbio gravissimo, non per la Germania e per l'Austria, che non hanno piu nessun diritto di fare le schizzinose in questioni di questo genere, ma per il nostro paese, che deve tener alto il credito della sua firma, e sarebbe indebolito moralmente, anche di fronte alla Triplice Intesa, per un atto di slealtà. Qualche cosa del contenuto degli accordi si può intravedere da quanto è stato ufficialmente talvolta dichiarato negli anni passati dai diplomatici italiani e austriaci, e anche dall'atteggiamento che essi hanno tenuto di fronte a determinate evenienze, in conseguenza dei patti della Triplice Alleanza. Ora noi sappiamo che, anche in regime di Triplice Alleanza, l'Italia ha avuto una guerra colla Turchia negli anni prossimi passati. Nessun impegno 471 BibliotecaGino Bianco
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