Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Guerra o neutralità? V. Italia e Serbia La vittoria della Triplice Intesa, mentre non potrebbe ridurre notevolmente ì'attuale estensione territoriale della Germania e la sua efficienza militare in Europa, riescirebbe disastrosa principalmente all'Austria: stato nazionalmente eterogeneo e sgangherato, su cui tutti i vicini avrebbero qualcosa da prendere e da conservare. · Uno dei vicini piu esigenti sarà la Serbia, il cui programma è stato annunciato ufficialmente il 12 dicembre dal ministro Pasic: l'arrivo all'Adriatico e la costituzione di uno stato serbo-croato-sloveno nel triangolo Lubiana-Belgrado-Antivari. Questa possibilità è considerata con sospetto da parecchi nostri concittadini, i quali, pur di evitare quello che essi chiamano il pericolo slavo, vorrebbero che l'Italia con grande abnegazione aiutasse l'Austria a soffocare la Serbia e a giungere a Salonicco. Sostituirebbero cosI al pericolo di una grande Serbia la certezza di una piu grande Austria! La realtà, osservata senza traveggole austriacanti e tripliciste, è che la costituzione di una grande Serbia, in nessun caso, cioè neanche nella ipotesi di un massimo ingrandimento della Serbia, potrebbe rappresentare per n01 un danno. Supponiamo, infatti, che l'Austria, la quale oggi preme per terra e per mare al nostro oriente con 50 milioni di abitanti, sia ridotta per la vittoria della Triplice Intesa a una trentina di milioni di abitanti, avendo perdute le provincie adriatiche, rumene e galiziane; e che a mezzodI dell'Austria, cosI ridotta, funzioni una grande Serbia, la quale si sia incorporata la Erzegovina, la BQsnia, la Croazia, la Dalmazia, la Slavonia, l'Istria. Facciamo cioè la ipotesi piu favorevole alla Serbia e piu sfavorevole all'Italia. Sul continente questo paese avrebbe bisogno continuo della amicizia italiana per essere sicuro contro una rivincita dell'Austria. E questa solidarietà naturale consentirebbe all'Italia e alla Serbia di distribuirsi i compiti e le spese della difesa terrestre con grande sicurezza e risparmio dell'una e del1' altra. Per mare, esclusa l'Austria-Ungheria dall'Adriatico e ridotta a stato esclusivamente continentale, quale fu - salvo i protettorati di Trieste e di Fiume - fino al cadere del secolo XVIII, l'Italia coi suoi 35 milioni di abitanti, si troverebbe di fronte a una nazione di neanche 10 milioni di abitanti, dispersa su un territorio scarsamente produttivo, incapace di fare nell'Adriatico lo stesso sforzo che vi fa oggi l'Austria coi suoi 50 milioni di abitanti. Inoltre la necessità di avere l'amicizia terrestre italiana contro l'Austria distrarrebbe la Serbia da ogni concorrenza navale coll'Italia. E l'Italia avrebbe il diritto, e - per la sua futura sicurezza - il dovere, di approfittare del momento di transizione fra il vecchio e il nuovo equilibrio per legare a sé la Serbia con una convenzione, non solo terrestre, ma anche navale, la quale 463 Biblioteca Gino Bianco

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