"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 perché ciascuna in caso di pericolo avrebbe sempre a disposizione una minoranza a cui appoggiarsi contro le prevaricazioni della maggioranza. Per quanto riguarda l'Italia, è evidente che essa né per terra né per mare vedrebbe menomata da una vittoria della Triplice Intesa la propria libertà di azione. Per terra avremo sempre modo di allearci ad una forte Germania contro una eventuale prepotenza francese, o di allearci con la Francia contro eventuali prepotenze della Germania o degli alleati della Germania. E appunto data la necessità che noi abbiamo di impedire tanto un eccessivo indebolimento della Germania quanto la rovina della Francia, il nostro intervento nella guerra a fianco del blocco austro-germanico sarebbe stato da parte nostra un funestissimo errore, perché avrebbe concorso alla distruzione . della Francia; e il nostro eventuale intervento a fianco della Triplice Intesa dovrebbe essere accompagnato dal patto esplicito che i vincitori non devono pretendere urio smembramento della Germania, come già cominciano a sognare i nazionalisti francesi. Per mare è facile prevedere che i vincitori - quali che essi sieno - annienteranno o confischeranno le flotte dei vinti e li obbligheranno a disarmare gli arsenali e smettere ogni progetto di nuove costruzioni navali. Ora, in caso di vittoria austro-germanica, sia che l'Italia contribuisse alla vittoria, sia che si tenesse neutrale, essa sarebbe in balia della confederazione austro-germanica. ' In caso di vittoria della Triplice Intesa, invece, le flotte sopravvissute alla grande prova sarebbero tre; e la nostra sarebbe la quarta. Nessuno potrebbe pretendere al dominio assoluto su tutti gli altri, senza vedere immediatamente questi stringersi insieme e resistere vigorosamente alle nuove ambizioni. La stessa Inghilterra, se dovesse ritornare ad urtarsi con la Francia e con la Russia, dovrebbe fare assegnamento su noi. Né sarebbe mai possibile una generale coalizione anglo-franco-russa contro di noi, salvo che noi la provocassimo con una insigne follia, come sarebbe stata quella di uno nostro intervento nella guerra a fianco della Germania e dell'Austria. Il segreto delle simpatie istintive, che la Triplice Intesa gode in Italia e in tutto il mondo, è appunto questo: che la vittoria della Triplice Intesa non minaccia la indipendenza nazionale né dell'Italia né di alcun'altra nazione europea, al contrario di ciò che si deve aspettare da una vittoria austro-ger- . ' manica. E se alla vittoria della Triplice Intesa dovesse essere necessario l'intervento dell'Italia, il nostro Governo non dovrebbe esitare ad uscire dalla neutralità, e il paese dovrebbe accettare con animo forte e sereno la guerra, per assicurare la nostra indipendenza nazionale e quella di tutte le nazioni minori, che sono come noi minacciate dal predominio germanico. 462 Biblioteca Gino Bianco
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