Guerra o neutralità? fino all'eroismo, disciplinati fino alla completa soppressione della personalità, educati ad un'idea altissima della propria potenza, convinti che il predominio tedesco sul mondo debba portar seco la felicità del mondo -; la Triplice Intesa, invece, non presenta nessuna compattezza e omogeneità, nessuna permanente coincidenza di interessi, nessuna comunanza di lingua, di tradizioni, di abitudini psicologiche, di aspirazioni nazionali, nessuna possibilità di creare una organizzazione politica e miìitare unica. Per quanto male questa guerra possa andare alla Germania, un profitto essa certo ne ricaverà, anzi ne ha ricavato, e nessuna forza potrà distruggerlo: i tedeschi dell'Austria non si sentiranno piu austriaci, si sentiranno tedeschi, niente altro che tedeschi; la solidarietà dei loro fratelli di Germania sarà da ora in poi, per essi, condizione essenziale di vita, sia che debbano in caso di vittoria organizzare la loro egemonia sugli slavi balcanici e polacchi, sia che la sconfitta li obblighi ad una formidabile opera di difesa in un'Austria limitata di forze e di territorio. Nella Triplice Intesa, invece, la vittoria determinerà il rallentamento dei vincoli su cui è fondata. Non appena sia scomparso lo spettro della egemonia germanica, i diversi elementi della mescolanza tenderanno a riprendere la loro libertà naturale. Cioè: se vinceranno le due potenze dell'Europa centrale, la razza germa- • nica non dovrà render conto che a se stessa dell'uso ·che farà della vittoria. E intorno al ricostruito Sacro Romano Impero della Nazione Germanica non vi sarà possibilità di vita che per una pleiade incoerente e impotente di staterelli vassalli, nei quali l'unica nazione dominante controllerà la misura e l'uso delle forze militari, l'organizzazione e il funzionamento delle scuole, delle ferrovie, delle banche, con metodi analoghi a quelli che l'Austria pretendeva nel luglio scorso d'imporre alla Serbia, promettendo (bontà sua) di rispettarne ... la integrità. Né l'impero mondiale germanico potrà rinunziare ad assumere queste garenzie fuori dei suoi confini politici, se vorrà evitare le noie di insubordinazioni pericolose e di continue "spedizioni punitive" contro chi non si dimostri sufficientemente educato alla perfetta disciplina germanica. Nel caso di vittoria della Triplice Intesa, invece, i vincitori dovranno cominciare a fare i conti fra loro. E maggiore sarà il numero dei partecipi alla vittoria, e piu gli appetiti degli uni saranno limitati dagli appetiti degli altri. E rimarrà sempre, fuori della Triplice Intesa, una Germania compatta e forte. E con essa potrà sempre allearsi quello fra i vincitori, che si senta minacciato dal prepotere dei suoi soci. E il pericolo dello sbandamento di fronte al nemico pronto a risorgere, obbligherà i vincitori ad una relativa equità reciproq nei patti della pace. E anche dopo la pace, la necessità di garentirsi reciprocamente il nuovo stato di cose contro ogni tentativo di rivincita da parte dei vinti, obbligherà tutti ad una pratica giornaliera di buona volontà e di equilibrio. Nella vittoria della Triplice Intesa, insomma, tutte ]e nazioni minori vedranno assicurata la loro indipendenza, non per generosità dei vincitori, ma 461 31 • ioteca Gino Bianco
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