Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 esca domani. E gli uni approvano la neutralità e gli altri invocano la guerra, sempre in nome degli interessi dell'Italia, ma nessuno definisce con precisione la propria idea sul contenuto e la estensione di questi interessi. Ora, si può ben comprendere, almeno fino a un certo punto, che gli uomini di governo tacciano sui resultati, che si propongono di ottenere, finché non abbian la sicurezza del successo o non reputino giunto il momento opportuno per tentare la realizzazione del loro programma. E si può comprendere pure che il Parlamento eviti una definizione ufficiale del programma nazionale, finché non sia venuta l'ora di passare alla realizzazione immediata di esso, perché in questo momento dire quel che si vuole significa dire anche se e con chi si vuole la pace e la guerra. Dopo tanti anni di politica seg~eta ed oscillante, non si può pretendere che il Governo e il Parlamento mutino. a un tratto metodo di azione: non si cambia il cavallo mentre si attraversa il fiume. Ma quel che il Governo ed il Parlamento non fanno, devono farlo i cittadini. E quel che documenta la scarsa educazione politica del nostro paese, è il fatto che nella stampa si discuta cos1poco il solo problema, che i cittadini privati sono competenti a decidere, non meno degli uomini di governo: quello cioè dei resultati che il Governo deve cercare di raggiungere; e si discuta, invece, specialmente di guerra e di neutralità, cioè proprio di quel problema, che il piu elementare buon senso dovrebbe consigliar di affidare alla iniziativa e alla responsabilità degli uomini di stato. · Insomma, il nostro diritto di cittadini di uno stato democratico è uno solo: quello di imporre al Governo il ,programma che vogliamo sia realizzato, quello di assegnargli il tema che esso deve svolgere coi mezzi che resulteranno necessari. E d'altra parte, il diritto del Governo è di avere una ragionevole libertà nella scelta e nell'uso dei mezzi opportuni per la realizzazione dd ,programma, e di avere la certezza che nel caso che occorra la guerra per la realizzazione del ,programma voluto dal paese, il paese lo seguirà. III. ~a nostra indipendenza nazionale e la vittoria del blocco austro-germanico Ciò posto, quali resultati dobbiamo desiderare che il nostro Governo raggiunga in presenza dell'attuale crisi internazionale? Il primo e piu importante resultato deve essere questo: che non siano diminuite, e possibilmente siano aumentate la nostra sicurezza e indipendenza nazionali. Supponiamo che in questa guerra la Francia e l'Inghilterra siano ridotte all'impotenza per terra e per mare dalla Germania. E supponiamo che magari l'Italia sia premiata dal blocco austro-germanico vincitore, per la sua neutralità o pel suo _intervento contro la Triplice Intesa, con !?acquisto della 458 BibliotecaGino Bianco

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