Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 purché fatta seriamente, cioè con volontà risoluta e preparazione adeguata, perché non fermarsi alla minaccia? E se quel fine può essere piu facilmente raggiuntç>, ritardando l'intervento, finché un saldo tessuto di intese con altri stati belligeranti e neutrali renda piu efficace la nostra minaccia o •piu sicura la nostra vittoria, perché non ritardare? Ma come discutere sulla maggiore o minore opportunità di questi mezzi (neutralità, guerra, minaccia di guerra, intese, scelta del momento opportuno), se prima non sieno definiti i fini, che si vogliono raggiungere, cioè 5e prima non si abbiano idee chiare e ferme sui risultati che il Governo deve ottenere colla sua azione, qualunque essa sia? La scelta dei mezzi non è, in misura preponderante, imposta appunto dal contenuto intrinseco del fine? Se gl'italiani debbono oggi proporre alla loro politica estera il program- . ma di evitare " gli orrori della guerra," la neutralità assoluta dei socialisti ufficiali è il mezzo necessario e sufficiente a realizzare quel programma. - Se vogliono proporsi di conservare intatta l'attuale potenza dell'Austria-Ungheria, perché è il solo paese d'Europa in cui la Chiesa cattolica continua a dominare, intrecciata con tutti i poteri dello Stato, l'intervento nella guerra contro la Triplice Intesa domandato dai clericali sui primi del passato agosto, era il mezzo necessario a raggiungere quel fine; e se quel mezzo non si poté o non si può piu tentare, occorre contentarsi della neutralità, benevola se è possibile, indifferente se altro non si può. - Se come preminente interesse dell'Italia dobbiamo considerare oggi la sconfitta del pangermanismo, e la conquista di un piu saldo confine ad oriente, e una migliore sistemazione dell'equilibrio adriatico, è chiaro che pel raggiungimento di quel fine s'impone un coordinamento dell'azione dell'Italia con l'azione della Triplice Intesa. Qu3}ora fossimo convinti che interesse del nostro paese sia acquistare oggi il Trentino, senza badare ad altro, e dato che il Trentino si possa ottenere con la neutralità, non sarebbe un inutile sperpero di forze volerlo ottenere con la guerra? - Se pensiamo, invece, che interesse dell'Italia è la conquista di piu larghi domini coloniali, allora dobbiamo concludere che sarebbe stato necessario l'intervento dell'Italia a fianco dell'Austria e della Germania, contro la Triplice Intesa, fino dal primo momento della guerra. Le ipotesi sui fini si possono moltiplicare: e ad ogni spostamento nei fini corrisponde immediatamente un correlativo spostamento nei mezzi necessari. È vano, dunque, discutere il problema se ci sia pi,u utile la guerra o la neutralità, senz'avere prima risoluto il problema di definire nettamente quali risultati vogliamo noi raggiungere, approfittando della attuale crisi europea, e utilizzando sia l'intervento nella guerra, sia la neutralità. Il. Quale problema il paese è competente a discutere Or?, dei due problemi cos1 delineati, quello che i cittadini privati possono discutere con competenza e hanno il diritto di decidere in piena co456 BibliotecaGino Bianco

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