Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

I legami della Triplice meglio che di essere diretto, rivelarono la loro incapacità. L'Italia si offriva ad essi, ed essi non la seppero afferrare. Non sapevano che esistesse. Non vedevano che la cooperativa del collegio a cui occorreva assicurar lavoro, l'amico personale da mettere nella burocrazia, il seccatore da eliminare. E non si occuparono che di questo. La forza dell'on. Giolitti fu nell'avere disorganizzato tutte le pubbliche amministrazioni, affinché i capi del socialismo italiano fossero soddisfatti in tutti i loro piccoli bisogni locali. Cosi avemmo il riformismo e il giolittismo: due facce indissolubili della stessa malattia, cioè di un'ignoranza che lentamente di_ventava camorra. E per reazione a questa degenerazione di cui le masse non potevano non sentire istintivamente il disagio, si ebbe la ondata rivoluzionaria, anch'essa non preparata da un serio movimento di coltura. Il rimedio a questa rovina non può venire da un momento all'altro, non può essere che opera lenta del tempo e l'effetto di una rinnovata politica del paese. I legami della Triplice 1 L'Unità minaccia di trasformarsi in un dialogo fra scrittori e lettori. Forse è un bene, oltre che una necessità. Ùn "abbonato fedele" che forse per eccessiva modestia non ha voluto . . . . nommars1, c1 scnve: Ho letto con grande piacere il discorso di Lloyd George. Ho ammirato special• mente l'umorismo con cui Lloyd George afferma il dovere di feddtà ai trattati, a quelli che Bethmann-Hollweg chiama i pezzi di carta. Ma anche la Triplice Alleanza è un trattato, che l'Italia deve rispettare. Non deve essere neanch'esso un pezzo di carta. Possiamo noi, dunque, proporci liberamente il problema di definire gl'interessi d'Italia, come fa l'Unità e definirli in una maniera che ci porta a cozzare quasi sicuramente coi nostri due alleati, e a rompere il trattato? L'interesse fondamentale ddl'Ita:lia sembra a me qudlo di mantener fede alla sua fuma, anche se dovesse cascare il mondo. E non comprendo come l'Unirtà concilii il suo entusiasmo per le teorie di Lloyd George con 1a pratica, di cui dovrebbe rendersi responsabile l'Italia. Se il nostro paese non fosse legato alla neutralità dal trattato della Triplice, io non esiterei ad approvare la linea di condotta consigliata dall'Unità. Ma finché esiste una cambiale come quella, dobbiamo pagarla. Eppoi quale gloria, quale eroismo ci sarebbe ad assalire l'Austria, ora che minaccia di andare in rovina? 1 Pubblicato in "L'Unità," a. IV. n° 4, 22 gennaio 1915, p. 614. [N.d.C.] 449 Biblioteca Gino Bianco

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