Il ministero e il paese L'intervento nella guerra o la neutralità non possono essere fini a se stessi: sono i mezzi, che si devono usare per raggiungere un fine: e questo fine è la tutela e l'incremento degl'interessi materiali e morali dell'Italia. Se quella tutela e quell'incremento potessero raggiungersi colla neutralità, non sarebbe delitto, non sarebbe stoltezza, preferire il mezzo della guerra? E se non si potessero raggiungere che con la guerra, non sarebbe stoltezza, non sarebbe delitto, rinunciare ad essi per fiacco amor di pace? E se non fosse necessaria la guerra vera e propria, e bastasse una semplice minaccia di guerra, purché fatta seriamente, cioè con volontà risoluta e preparazione adeguata, perché non fermars'i alla minaccia? E se quel fine può essere piu facilmente raggiunto, ritardando l'intervento, finché un saldo tessuto di intese con altri stati neutrali renda piu efficace la nostra minaccia e piu sicura la nostra vittoria, perché non ritardare? Ma come discutere sulle maggiori o minori opportunità di questi mezzi (neutralità, guerra, minaccia di guerra, intese, scelta del momento opportuno), se prima non sieno definiti i fini, che si vogliono raggiungere, cioè se prima non si abbiano idee chiare e ferme sui' risultati che il Governo deve ottenere colla sua azione, qualunque essa sia? La scelta dei mezzi non è, in misura preponderante, imposta appunto dal contenuto intrinseco del fine? Se gl'italiani debbono oggi proporre alla loro politica estera il semplice programma di evitare gli orrori della guerra, la neutralità assoluta dei socialisti ufficiali è il mezzo necessario e sufficiente a realizzare quel programma. Se vogliamo proporci di conservare intatta l'attuale potenza dell'AustriaUngheria, perché è il solo paese d'Europa in cui la Chiesa cattolica continua a dominare intrecciata con tutti i poteri dello Stato, l'intervento della guerra contro la Triplice Intesa domandato dai clericali sui primi del passato agosto, era il mezzo necessario a raggiungere quel fine; e se quel mezzo non si poté o non si può piu tentare, occorre accontentarsi della neutralità: benevola se è possibile, indifferente se altro non si può. Se corbe preminente interesse dell'Italia dobbiamo considerare oggi la difesa e il consolidamento della indipendenza nazionale, mediante la sconfitta del pangermanismo e la conquista di un piu saldo confine terrestre ad oriente, e di una migliore sistemazione dell'equilibrio adriatico, è chiaro che per il raggiungimento di quel fine si impone un coordinamento dell'azione dell'Italia con quella della Triplice Intesa. Dato, invece, che interesse del nostro paese sia oggi acquistare il Trentino e fermarsi H, senza preoccuparsi del generale problema europeo, e dato che il Trentino venisse a regalarcelo il principe di Biilow in compenso della neutralità, non sarebbe inutile sperpero di forze volerlo ottenere colla guerra? Se interesse dell'Italia è la conquista di piu larghi domin1 coloniali, allora dobbiamo concludere che sarebbe stato necessario l'intervento dell'Italia a fianco dell'Austria e della Germania fino dal primo momento della guerra. E le ipotesi sui fini si possono moltiplicare: e ad ogni spostamento nei 425 BibliotecaGino Bianco
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