Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Il ministero e il paese nostra convinzione, farebbero peggio dell'on. Giolitti nel realizzare il programma nazionale. Se una differenza c'è, è tutta a vantaggio dell'on. Salandra, che non ha dietro a sé nessun passato di indegnità morale come il " grande uomo della democrazia"; è a vantaggio dell'on. Sonnino, al quale nessuno può negare un coraggio delle proprie responsabilità, uno spirito di sacrificio, un'aspirazione ideale, di cui è del tutto privo l'altro. Oggi l'Italia ha bisogno di essere governata non tanto da uomini di genio - e neanche l'~ltro è un genio - quanto da uomini che abbiano un forte sentimento del loro dovere e della dignità nazionale. E per questa parte, non vediamo che guadagno farebbe l'Italia a mettersi nelle mani dell'altro. Gli uomini, che ci governano ora, potranno errare: ma non commetteranno mai una pelandronata consapevole e volontaria. Ma chi ci dice che l'on. Salandra e l'on. Sonnino e l'on. Martini vedano le cose come noi le vediamo? - ahimè, non ce lo dice nessuno, anche perché noi non abbiamo modo di domandarlo agli interessati. Ed è tutt'altro che improbabile che essi la pensino piuttosto diversamente da noi. Ebbene, noi non vediamo che sostituendo all'on. Salandra quell'altro, le nostre opinioni sulla attuale situazione internazionale abbiano maggiori possibilità di salire al governo. Caso mai, la neutralità tr~plicista troverebbe con l'on. Giolitti maggiori facilità di continuazione, che coll'on. Salandra; se non altro, perché verso l'on. Giolitti la maggior parte dei radicali e repubblicani e riformisti e democostituzionali belligeri e massonici hanno molte intense tenerezze, che non esistono verso l'on. Salandra: e quelle tenerezze arriverebbero in quasi tutti fino al punto di farli diventare neutrali, non appena l'on. Giolitti dichiarasse necessaria la neutralità. Eppoi, con l'on. Giolitti al governo, la guerra o la neutralità, la guerra al blocco austro-germanico o alla Triplice Intesa, tutto dipenderebbe da qualche chèque di cinquantamila lire, che fosse intascato al momento opportuno da qualche intimo amico del "grande uomo della democrazia." Un individuo, che è diventato in pace la calamita dei mascalzoni, non può diventare a un tratto in guerra uno stinco di santo né può da un momento all'altro mettere la museruola ai propri contubernali. E l'azione di un uomo di stato è condizionata in larghissima misura dalle attitudini intellettuali e morali degli amici di cui egli ha l'abitudine o la necessità di circondarsi. In conclusione noi dichiariamo la nostra fiducia nel/'attuale Ministero, senz'averne trop,pa,, per sfiducia contro il sicuro successore. È piuttosto contraddittorio e complicato. Ma come si fa ad avere idee semplici e rettilinee in un paese come l'Italia e in una situazione come l'attuale?. 423 Biblioteca Gino Bianco

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