Un popolo malato i fatti resm noti m seguito (i famosi documenti di Bruxelles) non bastano a far abbandonare il punto di vista esposto dallo stesso Cancelliere nella seduta del 4 agosto. E niente altro. I socialisti tedeschi non prendono sul serio i documenti scoperti in seguito, ma non sentono il bisogno di abbandonare la prima giustificazione della necessità che non ha legge. Inoltre, il deputato Haase dichiara che "essendo ancora i confini della patria minacciati, come il 4 agosto, vota i nuovi crediti di guerra." I crediti avrebbe potuto votarli con una giustificazione piu giusta e piu umana: al punto a cui sono arrivate le cose, si capisce che gli stessi socialisti tedeschi, costretti a scegliere fra la guerra e una disfatta disastrosa, di cui il popolo pagherebbe le maggiori spese, rimangano fedeli per forza alla guerra, salvo a fare i conti a suo tempo coi responsabili. Ma no: bisognava continuare a mentire per non essere obbligati a protestare. Inoltre l'ottimo socialista tedesco si compiace di far sapere al mondo che "ogni popolo ha il diritto all'indipendenza nazionale " e che si deve rispettare la integrità delle altre nazioni, se non si vuole porre "il germe di ulteriori guerre." S'intende che, dopo il precedente del Belgio, l'indipendenza e l'integrità vanno rispettate solo fino al momento in cui necessità non abbia legge. Finalmente il signor Haase chiede che "la guerra cessi non appena sia raggiunto lo scopo: la sicurezza nazionale"; come se Guglielmo II pretendesse altro: l'importante è sapere quali sono le condizioni e le pretese della sicurezza nazionale germamca. È una pagina, in cui non si sa se prevalga la vigliaccheria di chi non osa avere una opinione diversa dal governo, o il gesuitismo di chi avendo la stessa opinione del governo vuole far credere di averne una diversa. La malattia di un popolo Siamo, insomma, di fronte al documento piu dolorosamente caratteristico di quelle che sono le malattie costituzionali del socialismo germanico: la eccessiva presunzione della propria superiorità di fronte agli altri popoli, che fa di esso un alleato fedele del pangermanismo; e la eccessiva remissività di fronte ai poteri dello Stato, che come lo ha reso incapace a conquistare in Prussia il suffragio universale, cosI gli consentirebbe di lasciarsi cacciare dal Reichstag a pedate non appena Guglielmo II volesse farla finita con la farsa di una opposizione impotente, e cosI lo ha obbligato oggi alla obbrobriosa dichiarazione del 2 dicembre. Forse quest'atteggiamento deplorevole dei socialisti tedeschi non sarà senza un grande vantaggio per la Germania e per l'Europa all'indomani della sconfitta della Germania. Il giorno, in cui il popolo tedesco si sveglierà dal suo sogno ingannatore di grandezza e cercherà i responsabili dell'inganno, in quel giorno nessuno -potràdar colpa ai socialisti del disastro: saranno, invece, questi che dopo avere sparso il loro sangue per la patria, in una causa magari 411 Biblioteca Gino Bianco
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