Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Per l'indipendenza d'Italia ad assumere queste garenzie fuori dei suoi confini politici, se vorrà evitare le noie di insubordinazioni pericolose e di continue "spedizioni punitive" contro chi non si dimostri sufficientemente educato alla perfetta disciplina germanica. Nel caso della vittoria della Triplice Intesa, invece, i vincitori dovranno cominciare a fare i conti fra loro. E maggiore sarà il numero dei partecipi alla vittoria, piu gli appetiti degli uni saranno limitati dagli appetiti degli altri. E rimarrà sempre, fuori della Triplice Intesa, una Germania formidabile. E con essa potrà sempre allearsi quello fra i vincitori, che si senta minacciato dal prepotere dei suoi soci. Ed il pericolo dello sbandamento, di fronte al nemico pronto a risorgere, obbligherà i vincitori ad una relativa equità reciproca nei patti della pace. E anche dopo la pace, la necessità di garentirsi reciprocamente il nuovo stato di cose contro ogni tentativo di rivincita da parte dei vinti, obbligherà tutti ad una pratica giornaliera di buona volontà e di equilibrio. Nella vittoria della Triplice Intesa, insomma, tutte le nazioni minori vedranno assicurata la loro indipendenza, non per generosità dei vincitori, ma perché ciascuna in caso di pericolo avrebbe sempre a sua disposizione una minoranza a cui appoggiarsi contro le prevaricazioni della maggioranza. Per quanto riguarda l'Italia è evidente che essa né per terra né per mare vedrebbe menomata da una vittoria della Triplice Intesa la propria libertà d'azione. Per terra avremo sempre modo di allearci ad una forte Germania contro una eventuale prepotenza francese; o di allearci con la Francia contro eventuali prepotenze della Germania o degli alleati della Germania. E appunto - data la necessità che noi abbiamo 1i impedire tanto un eccessivo indebolimento della Germania quanto la rovina della Francia - il nostro intervento nella guerra a fianco del blocco austro-germanico sarebbe stato da parte nostra un funestissimo errore, perché avrebbe concorso alla distruzione della Francia; ed il nostro eventuale intervento a fianco della Triplice Intesa dovrebbe essere accompagnato dal patto esplicito che i vincitori no)l devono pretendere uno smembramento della Germania, come già cominciano a sognare i nazionalisti francesi. Per mare è facile prevedere che i vincitori - quali che essi siano - annienteranno o confischeranno le flotte dei vinti e li obbligheranno a disarmare gli arsenali ed a smettere ogni progetto di nuove costruzioni navali. Ora, in caso di vittoria austro-germanica, sia che l'Italia contribuisca alla vittoria sia che si tenga neutrale, noi saremmo in balia della confederazione austro-germanica. In caso di vittoria della Triplice Intesa, invece, le flotte sopravvissute alla grande prova sarebbero tre; e la nostra sarebbe la quarta. Nessuno potrebbe pretendere il dominio assoluto su tutti gli altri, senza vedere immediatamente questi stringersi insieme e resistere vigorosamente alle nuove ambizioni. La stessa Inghilterra, se dovesse ritornare ad urtarsi con la Francia e con la Russia, dovrebbe fare assegnamento su noi. Né sarebbe mai pos401 BibliotecaGino Bianco

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