Per L'indipendenza d'Italia Adriatico. E noi non potremmo fare assegnamento su una intesa militare co) Montenegro e con la Serbia: le cui forze, anzi, sarebbero assorbite nel sistema militare austro-ungarico ed aumenterebbero la nostra inferiorità. Per il basso Adriatico - dicono i triplicisti - l'Italia· è assicurata dai trattati italo-austriaci per l'integrità e l'autonomia dell'Albania. Ma i trattati - ce lo hanno detto e ridetto chi sa quante volte i tedeschi, e lo hanno dimostrato nel caso <lel Belgio - sono cartaccia da buttare nel cestino, quando l'altro contraente non abbia la forza di farli rispettare. Ed a quei trattati l'Austria si è indotta, appunto per evitare il pericolo che cercassimo la garenzia dei nostri interessi fuori della Triplice. Ora quale possibilità di difesa e di offesa ci rimarrebbe piu il giorno in cui le potenze estranee alla Triplice fossero prostrate? L'Austria - dicono i triplicisti - ci può abbandonare Valona e l'Albania meridionale. Ma anche ammesso che queste rose non presentino per noi nessuna spina che ne diminuisca assai il pregio - le bocche di Cattaro, per es., liberate dalla minaccia del Lovcen dopo la sottomissione del Montenegro e sostenute sempre da Pola, annullerebbero ogni valore di Valona - chi non vede che questo compenso non diminuirebbe in nulla la schiacciante superiorità terrestre che verrebbe a conquistare l'Austria? In queste condizioni, a che ci servirebbero, di grazia, la Corsica e l'Africa settentrionale? In che cosa aumenterebbero esse le nostre capacità economiche e finanziarie? In che cosa ci rafforzerebbero militarmente verso oriente, di fronte alla ingigantita pressione austriaca? Non sarebbe questo il principio di un nuovo penoso e lungo periodo di sudditanza, in cui ci occorrerebbe essere dell'Austria, come fra il 1882 ed il 1902, o alleati o nemici: alleati trascurati o nemici impotenti? Da che è scoppiata la guerra fra Duplice austro-tedesca e Triplice Intesa l'Italia è divenuta la beniamina di tutto il mondo: non vi sono carezze e profferte, che ci sieno risparmiate di qua e di là. Questo non dipende da nessuna speciale improvvisa tenerezza, che sia nata nel cuore dei nostri amici e dei nostri alleati. Dipende dal fatto che le forze dei contendenti si equilibrano. E magari questa situazione di equilibrio potesse durare eternamente anche dopo la guerra! Ma questo. nessuno può né pretenderlo né sperarlo. Quel che possiamo desiderare, nell'interesse della nostra libertà d'azione, è che nessuna delle due parti acquisti una cos1 strabocchevole superiorità da potere obbligare anche noi ad entrare nella sua sfera d'influenza come stato vassallo. È bene che non ci facciamo illusioni: se questa guerra finirà col -prostramento della Triplice Intesa e con la vittoria del blocco austro-germanico, gli stati neutrali dovranno entrare nella sudditanza dei vincitori, non meno dei vinti. E meno che mai può aspettarsi grandi riguardi il nostro paese, la cui neutralità è già considerata da tedeschi ed austriaci come un tradimento. I socialisti ufficiali, che aspettano di essere assaliti dall'Austria per gridare 399 BibliotecaGino Bianco
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