Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 sterno, se voleva evitare i disordini e. i danni di una grande crisi interna, che - anche se fosse riescita col trionfo della oligarchia - avrebbe paralizzata lungamente ogni forza militare e internazionale dell'impero degli Ahsburgo. Il governo austro-ungarico, pertanto, non meno del governo germanico, era condotto a cercare nella guerra immediata la difesa estrema contro i pericoli di una disorganizzazione, che poteva da un momento all'altro manifestarsi irreparabile. XIII. L'intervento dell'Inghilterra Il progetto di rompere con la forza una situazione insostenibile, deve essersi definitivamente fissato nella primavera del 1913, fra la prima e la· seconda guerra balcanica. La imposta straordinaria del miliardo sul patrimonio deliberata dal Reichstag sulla fine del maggio 1913, si deve considerare appunto come l'ultimo, enorme sforzo di un organi~mo che si prepara al cimento supremo; il governo tedesco non poteva sperare né di ripeterlo piu, né di esaurire con esso la capacità di resistenza finanziaria della Triplice Intesa; e se avesse potuto farsi illusioni al riguardo, il prestito di 800 milioni, coperto in Francia fino a 32 miliardi pochi mesi dopo, doveva sicuramente dissiparle. I rafforzamenti militari deliberati dal Belgio nel giugno del 1913, in vista della pericolosa situazione generale, non possono non avere confermato la volontà di non perdere piu tempo e impedire che il Belgio si preparasse meglio a difendere la neutralità, la cui violazione faceva parte del piano militare tedesco. La seconda guerra balcanica, prostrando la Bulgaria, consolidando sempre meglio il prestigio della Serbia sugli slavi della monarchia austro-ungarica, rivelando nella Rumenia i primi accenni di una nuova politica indipendente dalla Triplice Alleanza, deve aver resi sempre piu chiari i pericoli dell'attesa. · Il contrasto austro-serbo per l'Albania poco mancò non mettesse fuoco alle polveri: e fini, grazie alla remissività russa, con una quasi completa vittoria pacifica dell'Austria. Finalmente la tragedia di Serajevo ha dato il pretesto finale per precipitare una crisi, fuori della quale gli imperi centrali non avevano piu via di scampo contro le difficoltà di una politica interna divenuta insostenibile. A togliere ogni esitazione ai dirigenti dell'Austria e della Germania, deve avere potentemente q:mtribuito una illusione, che sarebbe addirittura incredibile, se non ci fosse documentata con piena sicurezza: la illusione, cioè, che l'Inghilterra si sarebbe tenuta neutrale. Nel suo rapporto del 6 agosto, l'ambasciatore inglese Goschen, riferendo a sir Edward Grey il suo ultimo colloquio del 4 agosto col Cancelliere 390 Biblioteca Gino Bianco I

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==