Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Le origini dellq guerra XII. La crisi interna dell'Austria-Ungheria La soluzione guerresca dev'essere apparsa, tanto in Germania quanto in Austria, anche agli spiriti meno avventati, come la sola possibile, dopo la prima guerra balcanica, dell'inverno 1912-13. Le inaspettate vittorie della triplice greco-serbo-bulgara, infatti, acutizzarono a un tratto violentemente nell'interno dell'impero austro-ungarico l'irredentismo jugoslavo. Come in Italia la guerra del 18591scrollò da un momento all'altro tutta la barriera di interessi regionali, di sospetti reciproci, di esitazioni e di sfiducie d'ogni genere, che sembrava rendere irrealizzabile per noi ogni sogno di costituzione nazionale unitaria, cosi per i serbi, per i croati, per gli sloveni, soggetti nei confini dell'impero degli Absburgo allo sfruttamento dei tedeschi e dei magiari, divisi dagli asti religiosi, dalle tradizioni letterarie, dalle gelosie politiche, la vittoria riportata dalla Serbia sui campi di Kumanovo fu la rivelazione fulminea di una possibilità, che fino a pochi giorni prima sarebbe stata follia affermare. La Serbia aveva, dunque, una vitalità risoluta e potente, che lunghi anni di insuccessi e di mortificazioni non avevano fiaccata. Gli slavi del sud, a cui la cecità austriaca nel lungo periodo di sicurezza succeduto al Congresso di Berlino aveva sistematicamente negato una vita tollerabile, ma che nella miseria a cui era ridotta la Serbia non avevano nessun elemento per concretare un serio programma di indipendenza nazionale, acquistarono a un tratto la coscienza che era lecito tendere verso un avvenire migliore. La Serbia diventò per gli slavi del sud quel che era stato per i liberali-nazionali italiani il Piemonte fra il 1849 e il 1859. I mali, che si tolleravano senza reazione finché non appariva luce di salvezza, divennero intollerabili non appena si presentò agli spiriti l'idea che il problema del risorgimento nazionale non era insolubile. E la inquietudine degli slavi del sud si diffondeva ai rumeni della Transilvania, esasperava le lotte fra tedeschi e tcechi in Boemia, rendeva piu acuto il problema delle popolazioni italiane nel Trentino e nell'Istria. Il vecchio impero degli Absburgo era come una nave mezzo sconquassata, le cui macchine interne si mettono improvvisamente a muoversi con grande impeto, senza nessuna proporzione con la capacità di resistenza e di movimenti della costruzione. Si realizzava, alla lettera, la profezia fatta quarant'anni prima, da Albert Sorel: L'Europa lavora da un secolo a risolvere fa questione di oriente: non appena il dominio turco sparirà dall'Europa, l'Europa vedrà sorgere il pro~lema dell'AustriaUngheria. La ongme dello scandalo era fuori dei confini dell'impero: nel piccolo regno che attraverso tante sventure e tanti errori era pur riescito a non morire. La oligarchia austro-ungarica doveva sopprimere questo pericolo e389 - ' 81bfiotecaGino Bianco

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