" Come siamo andati tn Libia " e al.tri scritti dal 1900 al 1915 Il prestigio personale dell'imperatore e del pr.edo~o politico delle classi militari e capitalistiche minacciavano cos1 di perire miseramente nelle crescenti difficoltà interne, forse nella crisi di una guerra ci vile. Ora, in Germania, insegna il principe di Biilow: ed io cito ad ogni passo le sue parole, perché si tratta di un uomo eminentemente rappresentativo, quale discepolo diretto di Bismarck, e cancelliere dell'impero per circa dieci anni, e rappresentante odierno dell'impero tedesco a Roma. In Germania la volontà e la passione nazionale non si destano con attriti fra popolo e governo, ma con l'antagonismo fra alterigia e onore tedesco, e resistenze e prete~e di nazioni straniere... I tedeschi non hanno che una debole capacità creativa ·nella po Ittica interna, ed· hanno una capacità migliore e innata nelle armi (Germania lmperial.e, pp. 10-11). Se tale è la opinione di un uomo, che ha avuto per tanti anni la responsabilità suprema del governo tedesco, e che per la finezza dell'ingegno non può essere molto corrivo a sopravvalutare eccessivamente la utilità di una guerra, che meraviglia se altri uomini, meno raffinati di lui, costretti a scegliere fra le difficoltà interne sempre piu minacciose e i rischi di una guerra esterna, in cui tenevano sicura la vittoria, abbiano preferito alla disfatta lenta e irreparabile l'alea di una crisi internazionale? Né il calcolo, per quanto riguarda il popolo germanico, si è dimostrato fallace. Quelle stesse masse piccolo-borghesi e proletarie, le quali nelle elezioni erano sempre pronte a manifestare la loro inquietudine contro la politica governativa e sospingevano giorno per giorno l'imperatore verso il dilemma o di lasciarsi soffocare dalla legalità o di sortirne con un colpo di stato contro il suffragio universale; quelle stesse masse popolari, chiamate alla guerra, messe di fronte - esse, dal loro imperatore - al dilemma di vincere o di pagare le spese di una terribile sconfitta, hanno obbedito al comando, e si sono precipitate fuori delle frontiere, con tutta la furia delle antiche migrazioni barbariche e con tutto l'ordine di una organizzazione sussidiata dai ritrovati piu perfetti della scienza moderna, dimenticando i dissidi passati, gridando il suo Deutschland, Deutschland uber alles. A guerra finita se arriderà la vittoria, rinascerà la lotta fra le classi per la distribuzione del bottino: ma le spese saranno pagate dai vinti e le attuali classi dominanti conserveranno sempre nelle mani la direzione della vita pubblica. Se tutto finirà nella sconfitta, che cosa perderanno le classi dominanti piu che non avrebbero perduto nel fallime~to finanziario dello Stato e nella guerra civile? Nel suo significato piu profondo, quello a cui assistiamo oggi, è, per la Germania, l'estremo tentativo, che fa il regime imperiale per assicurarsi la vita piuttosto che arrendersi, tanto ai nemici esterni, quanto alle forze interne dissolvitrici. 388 BibliotecaGino Bianco
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