Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Le origini della guerra La pace fra Russia e Giappone, promossa dall'Inghilterra con stupenda sapienza politica a condizioni buone per la Russia, apriva la via all'accordo di Réval del 1907, in cui russi e inglesi definivanp le rispettive sfere d'influenza nell'Afganistan, nel Tibet, in Persia. Cos1 la intesa cordiale anglofrancese e la duplice franco-russél si organavano nella Triplice Intesa. Cioè: da questo momento in poi, tutti i rapporti di affinità e di opposizione della politica internazionale europea, si trovarono polarizzati necessariamente e definitivamente intorno al dissidio mondiale anglo-germanico Questi rapporti erano i seguenti: 1) L'irriducibile opposizione franco-tedesca, che teneva stretta la Francia all'intesa cordiale con l'Inghilterra; 2) L'antagonismo austro-russo per gli affari balcanici, e la conseguente alleanza franco-russa e intesa anglo-russa; 3) La persistenza della solidarietà austro-tedesca: di fronte alla Francia e all'Inghilterra, nell'interesse della Germania; di fronte agli stati balcanici e alla Russia nell'interesse dell'Austria. Con questo ingranaggio internazionale dovevano da ora in poi tutte le altre potenze fare i loro conti, mettendosi di qua o di là per non essere sfracellate. IX. La nuova Triplice Alleanza • Ma la grande Botta tedesca progettata dieci anni prima esisteva, finalmente: "Avevamo già superato lo stadio di preparazione," esclama il principe di Bulow (p. 120). E da questo momento in poi l'alleanza austro-tedesca muta ·di contenuto e di atteggiamenti. Il vecchio sistema bismarckiano aveva un programma conservatore: quello di garantire alla Germania e all'Austria lo statu quo continentale uscito dai trattati di Francoforte e di Berlino. La Triplice Alleanza - spiega con la solita penetrazione il pnnc1pe di Biilow è un'alleanza di ben caratterizzate tendenze conservatrici, e in ciò va ricercata la ragione della sua resistenza. Non intenzioni di conquista, non ambizioni insoddisfatte, sono quelle che hanno riunite e tengono unite le potenze della Triplice; ma la ferma volontà di mantenere l'equilibrio europeo e, se fosse necessario, d'impedire, anche con la forza, il suo violento perturbamento. Volere lo statu quo, significa, in politica internazionale, volere la pace. I fondatori della Triplice hanno creato scientemente una garan• zia di pace (Germania imperiale, pp. 67-8). Dal 1908 in poi, invece l'alleanza austro-tedesca funziona in Europa come una macchina rivoluzionaria di minacce guerresche e di spostamenti internazionali. 385 BibliotecaGino Bianco

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