Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Le origini della guerra Per la Russia una estensione dei domiru absburghesi verso l'Egeo e il mar Nero significherebbe la sicurezza militare acquistata dall'Austria sulla frontiera balcanica, e la possibilità di un concentramento di tutte le forze militari austriache, aumentate dagli acquisti balcanici contro la frontiera russa. Viceversa, per l'Austria la esistenza di territori estranei al suo dominio al di là della frontiera meridionale rappresenta un pericolo permanente, ester• no e interno: perché il Montenegro, la Serbia, la Rumenia, non solo possono in caso di guerra austro·russa allearsi con la Russia e paralizzare una parte delle forze austriache, ma funzionano permanentemente, anche in tempo di pace, come centri di attrazione rispetto ai serbo-croati e ai rumeni, che sono incorporati nell'impero austro-ungarito. Era difficilissimo, perciò, essere nello stesso tempo nemici della Russia e dell'Austria. Un'amicizia fra Germania e Russia avrebbe avuto come contrae· colpo immediato un'intesa austro·francese; un'alleanza fra Germania e Austria avrebbe spinto fatalmente la Russia verso la Francia. Quel che la Germania avrebbe guadagnato da un lato, avrebbe perduto dall'altro. Sarebbe svanito quell'isolamento della Francia, che il Bismarck considerava come il compie• mento necessario delle vittorie del 1870 e ·come la piu incrollabile garanzia della sicurezza continentale germanica . . Il grande uomo di stato vide con occhio sicuro la sede del pericolo. E finché rimase al governo si sforzò. per quanto fu in lui di non rompere mai con la Russia, pur avvicinandosi sempre piu strettamente all'Austria. E forse in nessun dominio della sua azione diplomatica egli ha mai dato prova di tanta finezza duttile e geniale e di tanta penetrazione psicologica - dote che sembra essere del tutto smarrita dai tedeschi d'oggi - come nelle relazioni con Pietroburgo dal 1871 in poi. Tutto gli servi per evitare gli urti e per lu• brificare gli attriti. La paura dei movimenti rivoluzionari, esasperata nella corte russa dalla Comune di Parigi e dal movimento nichilista, fu da lui utilizzata a dimostrar necessaria la solidarietà delle tre dinastie conservatrici contro il nemico comune. Il pericolo di movimenti nazionali in Polonia, non appena fra i tre dominatori del paese fosse finito il piu stretto accordo, fu associato allo spettro della rivoluzione sociale per mantenere piu a lungo che fosse possibile la conciliazione degli inconciliabili. Gli affetti di famiglia e le attenzioni personali e le frequenti interviste fra i sovrani intervennero spesso in buon punto ad attutire il fuoco quando piu sembrava pronto a prorompere. Soprattutto servi al gioco di Bismarck la incertezza del programma russo di fronte alla questione balcanica. Perché la diplomazia russa ha sempre oscillato fra l'avidità delle conquiste dirette e la generosità di un aiuto offerto ai greci, ai rumeni, ai bulgari, ai serbi perché si costituissero in nazionalità autonome. O meglio, questo secondo programma è stato accolto dai diplo• matici russi assai lentamente e di mala voglia, solo di mano in mano che il consolidarsi.delle nazionalità balcaniche ha frustrato ogni avidità di conquiste dirette, ed ha fatto sentire che per la Russia la generosità era la politica piu abile o almeno la sola possibile. Fino a pochi anni or sono il governo russo 375 Biblioteca Gino Bianco

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