Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

I " Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 in luce le colpe che ha la borghesia italiana contro i contadini slavi, e si è lasciato in qualche cosa traviare dalla commedia che rappresentano a Trieste certi italianissimi, pei quali la difesa della italianità è una comoda bandiera per dissimulare lo sfruttamento dell'amministrazione comunale. Inoltre la soluzione del problema degli italiani d'Austria deve, secondo noi, cercarsi non in una alleanza degli italiani coi tedeschi contro gli slavi ma nell'accordo fra italiani e sloveni-croati nella Venezia Giulia in compenso del quale gli slavi dovrebbero aiutare gli italiani nella lotta contro i tedeschi per il Trentino. Il problema, che fino a ieri era un affare interno dell'Austria-Ungheria, può diventare da un momento all'altro internazionale. La Dal.mazia 1 Circola, da alcune settimane, negli scntu e nella propaganda orale dei nazionalisti, ed è accettata da molti nostri concittadini, con la stessa facilità con cui furono inghiottite tre anni or sono le panzane della Libia, la leggenda che Giuseppe Mazzini abbia assegnato all'Italia, nel nuovo reparto dell'Europa, la Dalmazia. La verità è che il Mazzini _autentico, nel 1831, considerava parte dell'Italia non la DalR1azia, ma quelle sole isole che erano "dichiarate italiane dalla favella degli abitanti,'' e si rendeva conto della necessità di dare ad esse un ordinamento amministrativo speciale (Scritti, ed. nazionale, Il, 45). E nel 1857 poneva esplicitamente fra i popoli, che avrebbero dovuto confederarsi nella Slavia del Sud, i Serbi, i Montenegrini, i Bulgari, i Dalmati, gli Sloveni, i Croati (Scritti, ed. Daelli, Xl, 5-6). E quasi che volesse dimostrare in precedenza quanto sarebbero state vane certe rivendicazioni territoriali a base dei soliti ricordi del solito impero romano, scriveva: La storia ci narra di una Illiria greca e di una Illiria romana; nel 1510 ebbe vita una Illiria francese; oggi abbiamo una Illiria austriaca. Io non parlo di questa: parlo dell'Illiria futura, come la intendono gli Slavi meridionali di quella che essi invocano col nome di Grande Illiria o di Stato illirico Serbo; e che abbraccia, in una piu o meno definitiva aspirazjone comune, la Croazia, la Carinzia, la Serbia, il Montenegro, la Dalmazia, la Bosnia, la Bulgaria (Scritti, ed. Daelli, XI, 13-14). 1 Pubblicato in " Il Secolo," Milano, 9 novembre 1914. Ripubblicato nel voi. Dal Patto di Londra alla Pace di Roma, Torino, Gobetti, 19~5, pp. 9-14. [N.d.C.] 370 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==